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Un patrimonio minacciato dalla concorrenza straniera e dalle speculazioni, hanno determinato una campagna cerealicola 2016 durissima con prezzi insostenibili e al di sotto dei costi di produzione:16 centesimi al kg con valori inferiori a quelli di trenta anni fa! In una situazione davvero drammatica una nutrita delegazione di cerealicoltori calabresi (vedi foto) guidati dal presidente regionale Pietro Molinaro, e che ha visto la presenza del consigliere regionale delegato all’agricoltura Mauro D’Acri che ha sostenuto le richieste di Coldiretti, ha partecipato insieme ad altre regioni, a Roma, presso la sede del Ministero Politiche Agricole alla mobilitazione indetta da Coldiretti in concomitanza del tavolo di crisi nazionale con i rappresentanti delle Regioni e della filiera, dai campi all’industria fino alla distribuzione, convocato dal Ministro Maurizio Martina.
“Il grano cattivo scaccia quello buono – afferma Molinaro – e questo avviene con l’utilizzo dello stoccaggio a fini speculativi; una operazione “malandrina” fatta nel periodo di raccolta del nostro grano e finalizzata ad abbattere il prezzo. La qualità del nostro grano – continua – è fuori discussione e non intendiamo arretrare di un solo millimetro su una battaglia sacrosanta che oltre a mettere a rischio il futuro della filiera dei prodotti più rappresentativi nel mondo del Made in Italy, come la pasta e il pane, determina abbandono di terreni, ben 25mila ettari, con i rischi di desertificazione e la chiusura, solo nella nostra regione, di centinaia di aziende e perdita di posti di lavoro. Nonostante i prezzi da fame, dal grano alla pasta i prezzi aumentano del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. Le richieste di Coldiretti, contenute in un dossier, sono precise e si va da un sostegno al comparto, al blocco delle importazioni a dazio zero e controllo del 100% di grano importato, all’attuazione della commissione nazionale cerealicola per la contrattazione, alla moratoria bancaria per le imprese cerealicole e interventi finanziari e assicurativi, all’ampliamento dello stoccaggio dei Consorzi Agrari e sostegni pubblici alle sole imprese che lavorano grani italiani.
E’ una mobilitazione che continuerà senza fare sconti a nessuno – riferisce Molinaro – e avrà nella indicazione di origine in etichetta del grano utilizzato per pane, pasta e dei prodotti da forno una delle condizioni essenziali unitamente all’indicazione dell’anno di produzione del grano e al divieto dell’utilizzo del grano extracomunitario oltre i diciotto mesi dalla raccolta. “Una situazione che ha dell’incredibile e per la quale non molleremo – riporta Molinaro- basti pensare che nei bar antistanti la sede del Ministero i produttori portando un sacchetto di grano di ben 5 kg, hanno potuto prendere un caffè”.
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