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Il giudizio impietoso che la Corte dei Conti ha espresso sulla sostenibilità delle leggi in Calabria è rivelatore dello stato di disgrazia in cui versa la regione dal lato dell’efficienza amministrativa e dell’oculatezza con cui vengono effettuate scelte di una certa rilevanza.
Tra gli altri, si fa l’esempio dell’Azienda forestale di nuova istituzione, un caso da manuale di gestione raffazzonata della cosa pubblica, che si inserisce in una ricca filiera di fallimenti che hanno caratterizzato in questi anni molte società in house della regione.
Stiamo parlando di un ente strumentale che risorge dopo che il suo antesignano, su cui gravano 150 milioni di debiti, era stato soppresso e posto in liquidazione cinque anni prima. L’operazione è stata fatta senza spiegare come sarebbe stato estinto il debito accumulato e senza garanzie certe per la copertura del fabbisogno finanziario futuro.
Intanto proprio in questi giorni è stato varato un disegno di legge per l’istituzione di una nuova agenzia, che dovrebbe essere il fulcro del sistema di protezione civile regionale. Anche qui la confusione regna sovrana. Non è dimostrata la sua sostenibilità economica, non ci sono certezze per i dipendenti del comparto che vi dovrebbero transitare. Il rischio è che si metta in piedi un nuovo carrozzone, una nuova giostra per il soddisfacimento di appetiti clientelari in vista delle prossime regionali, a danno delle casse regionali, quindi delle tasche dei cittadini, e della stessa efficienza del servizio.
Quest’ultimo rilievo della Corte dei Conti dovrebbe essere preso in carico sia dalla Giunta, perché desistesse dal proposito di istituire questa nuova agenzia, sia dalle forze presenti in Consiglio per negarne eventualmente l’approvazione. Potrebbe essere anche utile al sindacato per rompere il silenzio e dire una parola chiara sull’argomento.
I consiglieri regionali
Mimmo Talarico
Emilio De Masi
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