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Giorgio Albertazzi è intervenuto ieri alla conferenza stampa di presentazione del Magna Graecia Teatro Festival, rassegna teatrale itinerante fortemente voluta dal Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e realizzata dall’Assessorato Regionale alla Cultura, di cui è direttore artistico, raccontando il ruolo delle protagoniste femminili all’interno della rassegna.
“Così come quasi tutti i miti sono incentrati su figure femminili – ha infatti spiegato Albertazzi – questo festival è incentrato sull’interpretazione femminile”.
Il Maestro è poi intervenuto sulla quantità di realtà teatrali presenti in Calabria, promettendo nei prossimi tre anni sotto la sua direzione di interessarsi ai progetti più interessanti che gli verranno proposti.
“Quando si parla di cultura calabrese – continua Albertazzi – si parla della cultura magno-greca. Qui nacque l’Italia, prima dell’Italia”. Albertazzi si riferisce all’Eneide, da cui è tratto Kroton Lokroi e la barca di Enea, lo spettacolo che aprirà la rassegna, con drammaturgia dello stesso Albertazzi.
“Lo statuto di questo festival – racconta Albertazzi – vieta, per ragioni intuibili, che il direttore artistico possa comparire come attore. Ma la verità è che la gente fa a botte davvero per venire a vedere Albertazzi, forse perché pensano che sarà una delle ultime volte in cui mi potranno vedere. E’ un peccato rinunciare a un potere di attrazione che certamente ho sulla gente”. E sul suo impegno alla direzione artistica spiega: “Sono sempre stato riluttante, per temperamento, a dirigere, fare il direttore, è come una cosa che mi costringa. Ho rifiutato tante richieste in passato. Anche il Piccolo di Milano ho rifiutato, Ma nonostante questo ho diretto per 5 anni il Teatro di Roma, per 3 anni il festival di Palermo (230 spettacoli in due mesi e mezzo), Taormina Teatro, per 14 anni la compagnia Albertazzi, e tanti anni di attività nelle scuole, prima a Lucca, poi a Palmi. A Palmi ho vissuto un’esperienza bellissima”.
L’impegno di Albertazzi nel Magna Graecia Teatro Festival è totale, racconta infatti il Maestro: “Insieme a Caligiuri e a Scopelliti, due persone che mi hanno straordinariamente accolto, mi hanno sorriso, volevo realizzare il sogno de Il Viaggio di Enea, tratto da L’Eneide, il poema della nazione, il poema dell’Italia. Gli attori a bordo dei caicchi avrebbero dovuto circumnavigare la Calabria e tenere gli spettacoli negli approdi.
Purtroppo non è stato possibile”. Il Festival non farà semplicemente distribuzione di spettacoli, ma presenterà produzioni originali: “Avremo almeno 4 produzioni originali per il: il citato Kroton Lokroi, e poi Terra di Confine, Baccanti, Amor Y Odio, Antigone Pietas (prima nazionale), Respiro. E alcune di queste opere sono prodotte proprio dai calabresi. Per i prossimi anni, accetteremo tutte le proposte che vengono dalle forze calabresi. Sono rimasto impressionato dal numero di inziative teatrali di questa regione. E’ un segno straordinario che gente giovane, talentuosa, voglia essere presente. Potremo organizzare qualcosa assieme a loro, perché a livello nazionale c’è qualche cosa che stanca. Avremo tempo e modo per ascoltare tutti e organizzare qualcosa di grande, che rimanga. La Calabria va portata nel mondo attraverso la sua cultura e non solo attraverso i suoi prodotti gastronomici che sono pure espressione della sua cultura”.
La chiusura dell’intervento di Albertazzi rivela in toto il suo animo toscano: “A chi mi dice che sono un ottuagenario rispondo che mia madre è vissuta 102 anni, e mia nonna, la madre di mia madre, 108. Quindi romperò le palle ancora per un sacco di tempo!”
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