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Salvatore Magarò ha presentato un Ordine del Giorno per impegnare il Consiglio Regionale a chiedere formalmente al Parlamento Italiano di approvare con urgenza una legge per il riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni (LIS).
«La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, approvata nel 2006, e che l’Italia ha ratificato con Legge 3 marzo 2009 n. 18, riconosce la Lingua dei Segni ed oltre 44 nazioni nel mondo, hanno già ufficializzato una propria Lingua dei Segni» afferma il consigliere regionale illustrando i motivi che lo hanno indotto a promuovere questa iniziativa.
«In Italia – aggiunge Salvatore Magarò – i cittadini audiolesi sono circa cinque milioni, di cui almeno 60 mila sordi prelinguali per i quali l’apprendimento della lingua parlata è particolarmente complesso e richiede anni di terapia logopedia.
Nella nostra regione il problema riguarda circa 3.000 calabresi con disabilità dell’apparato dell’udito.
Per consentire la piena integrazione dei soggetti audiolesi nella società civile e per garantire loro i diritti di uguaglianza previsti dalla Costituzione è necessario che il Parlamento Italiano riconosca per legge la Lingua Italiana dei Segni (LIS).
Non si tratta soltanto di una conquista di civiltà.
La Lingua Italiana dei Segni infatti, rappresenta è vero, uno strumento fondamentale per lo sviluppo cognitivo dei bambini nati sordi che possono acquisirne le modalità visive e gestuali in maniera semplice e spontanea tale da consentire loro un più semplice ed immediato inserimento nel mondo della scuola e, successivamente, nell’ambito lavorativo e dei rapporti interpersonali.
Ma il riconoscimento della Lis è fondamentale soprattutto per consentire a questa categoria di cittadini di rapportarsi in maniera equa ed efficace con la pubblica amministrazione.
Pensiamo alle persone che si rivolgono al Pronto Soccorso o agli istituti previdenziali, alla magistratura, addirittura alle persone che devono contrarre matrimonio.
Attualmente gli audiolesi devono spiegarsi a gesti o provvedere a farsi accompagnare da un interprete.
Il riconoscimento della LIS invece, obbligherebbe gli uffici a formare il proprio personale per rispondere alle istanze anche dei cittadini audiolesi, oggi trattati alla stregua di cittadini di serie B».
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