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di Lilli Tripodi
L’entroterra reggino, lungo le colline che fiancheggiano la valle dello Stilaro, esibisce luoghi fortemente intrisi di memorie e di tradizioni locali che fanno di Stilo uno dei comuni più rinomati della provincia di Reggio Calabria. La sua origine è antichissima e risale al V-IV secolo a.C. ed è collegata alla distruzione della vicina Caulonia per opera di Dionigi di Siracusa. Il momento di maggiore sviluppo arrivò nel X secolo, quando Stilo divenne il centro bizantino più rilevante della Calabria meridionale. Segno inconfondibile di quel fiorente periodo e monumento riconoscibile per il visitatore è la famosa Cattolica, una delle poche chiese bizantine a pianta quadrata del X secolo ancora oggi ben conservate. La pianta dell’edificio si articola in tre navate divise da due file di colonne. Ciascuna delle pareti orientali delle tre navate termina in tre absidi della stessa profondità, aventi una piccola bifora che si apre all’esterno. Particolari costruttivi di gusto arabo si ravvisano nella copertura, costituita da cinque piccole cupole emisferiche di cui quattro, più basse, poste agli angoli dell’edificio e una centrale messa in rilievo rispetto alle altre. Tutte e cinque sono sorrette da tamburi cilindrici di cui è singolare notare la tessitura muraria, tipicamente araba, costituita da laterizi quadrati disposti a spirale e uniti tra loro da uno strato di calce. Un ultimo elemento formale distingue ancora la cupola centrale dalle altre quattro: la presenza di una bifora aperta nel suo tamburo rispetto alle monofore centinate poste nei tamburi angolari. All’interno delle absidi sono ancora oggi visibili tracce di affreschi bizantini, scoperti nel 1927 da Paolo Orsi e in seguito fatti restaurare. L’esterno della Cattolica è interamente ricoperto in mattoni e, a causa della natura piuttosto accidentata del luogo, manca la facciata. L’ingresso è infatti posto a sud, laterale rispetto all’altare posto all’estremità orientale dell’edificio, ed è contrassegnato da una semplice porta architravata sulla quale è inserito un arco in pietra. Ancora ben conservato si mantiene anche il Duomo (XIII-XIV sec.) con notevole portale gotico e curiosi, minuscoli bassorilievi romani e medievali inseriti nella facciata. In passato Stilo è stato un centro siderurgico di rilevanza nazionale, vista la presenza di stabilimenti siderurgici, risalenti al XVII – XIX secolo e ora dismessi, dediti alla lavorazione delle materie prime locali quali rame e ferro. È ancora viva, invece, la tradizione artigianale locale tra le cui opere si possono annoverare mobili e oggetti in legno abilmente intagliati dai falegnami stilesi. E come fare a meno di ammirare le splendide coperte, i tendaggi, le lenzuola ricamate e le tovaglie intagliate che vengono fuori dalle veloci mani delle donne del paese. La loro destrezza nel condurre ago e filo fa sì che queste stesse donne riescano a creare dei capolavori semplicemente tessendo insieme dei brandelli di stoffe diverse, che formano le cosiddette “pezzare”. Tipica di Stilo era un tempo anche la lavorazione della ginestra e quella della pietra. Di questa ultima rimane tuttora testimonianza nel piedistallo granitico su cui poggia la statua di uno dei cittadini stilesi attualmente più noti, il filosofo Tommaso Campanella, scolpito dallo scalpellino Drago.
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