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Di Lilli Tripodi
Dal belvedere si gode di una vista inebriante: il bivio della Croce, a nord, l’abitato di Bagaladi preceduto dalla bianca ghiaia del Tuccio, a ovest, e, sul lato opposto, l’entroterra di Condofuri con l’omonima fiumara. L’intero paesaggio è infine puntellato da una miriade di uliveti, la maggior parte dei quali di età secolare ma coltivati in modo tale che già solo con la vista si riesce a comprendere l’antico amore degli abitanti per la loro terra. Tutto ciò fa pensare al tipico paesaggio mediterraneo, calabro, grecanico che si ripete allo stesso modo intorno a ogni piccolo polo urbano, ma sempre accompagnato da sfumature morfologiche e cromatiche diverse che rendono unico ogni angolo dell’Area Grecanica reggina. È questo, infatti, il sistema ambientale che circonda San Lorenzo, piccolo borgo arroccato a 787 m s.l.m., a 32 km dalla costa, all’interno di un comprensorio comunale stretto tra le fiumare Amendolea e Tuccio. L’intero comune è costituito, oltre che dal centro e dalla marina, da quattro frazioni (Chorio di S. Lorenzo, S. Pantaleone, S. Fantino, Lanzena) sorte quasi tutte in epoca bizantina intorno a monasteri basiliani di cui oggi rimangono scarse tracce. Il capoluogo, San Lorenzo, gode di un’ottima posizione, che di certo piacque anche ai suoi fondatori, che molto probabilmente vi si trasferirono dalla marina per regioni di sicurezza, dando forma a una florida comunità agricola che ancora oggi estrae dagli ulivi uno degli oli più buoni e rinomati della provincia di Reggio Calabria. L’inconfondibile morfologia del luogo fa di S. Lorenzo un insediamento montano di cocuzzolo, che occupa un piccolo pianoro posto lungo il percorso adducente. I tessuti residenziali si dispongono attorno a piazzette e slarghi che hanno come polo la centrale piazza Regina Margherita, sulla quale si affaccia la Chiesa Madre, in stile rinascimentale, che custodisce una bellissima statua marmorea della Madonna della Neve (sec. XVI) e una statua lignea di San Lorenzo (sec. XVIII). Nella piazza centrale, inoltre, è presente un grande olmo che funge da monumento naturale, poiché la sua presenza è storica. Secondo una leggenda esso fu piantato nel 1507 da Ludovico Abenavoli, eroico esponente dei feudatari di S. Lorenzo, Amendolea e Montebello, uscito vittorioso dalla disfida di Barletta. Passeggiando per i vicoli del borgo, tra le case più antiche, si può fare caso a una abitudine costruttiva tipica di questi luoghi come quella di congiungere due fronti stradali attraverso delle piccole passerelle che mettono in comunicazione due tipi edilizi. Altrettanto panoramica e suggestiva nel suo complesso è la frazione di San Pantaleone, posta sul lato meno acclive del Monte Urva, lungo un percorso secondario che dal capoluogo comunale si dirige verso valle fino a giungere alla costa, in prossimità di Condofuri Marina. La struttura insediativa di S. Pantaleone segue il suddetto percorso di controcrinale e presenta un nucleo più compatto in corrispondenza della Chiesa di S. Pantaleo, nei pressi della quale esiste ancora l’antica casa baronale, di recente ristrutturata. L’origine di questo borgo risale con molta probabilità all’Alto Medioevo ed è correlata senza altro alla presenza di qualche cenobio basiliano. Nel territorio di S. Pantaleone è sito il santuario di Maria SS Assunta della Cappella (fiera 12-15 agosto). É qui custodita una rara tela del XII secolo raffigurante la Madonna Nera. L’ambiente naturale circostante a S. Pantaleo si colora, oltre che dell’argenteo verde degli ulivi, anche del giallo oro del grano che durante l’estate imbiondisce i campi, dai quali ogni tanto affiora qualche roccia dalla forma inconfondibile, come la Roccia del santo. Non meno importante del capoluogo è la frazione di Chorio, nella quale hanno sede alcuni dipartimenti amministrativi e le scuole medie. Situato sulla sponda sinistra del Tuccio, lungo la SP 183, il tessuto edilizio di Chorio si dispone principalmente sui lotti che insistono tra la piazza centrale, sulla quale si trova la chiesa di S. Pasquale Baylon (XIX secolo), stilisticamente interessante, e la via Nazionale. Chorio è nota anche per aver dato i natali al Santo Gaetano Catanoso (1879-1963), fondatore dell’ordine religioso delle Suore Veroniche del Volto Santo. Continuando sulla SP, a pochi chilometri da Chorio, verso nord, si trova San Fantino, anche essa fondata attorno a un monastero basiliano sui resti del quale è stata eretta, nel 1953, la chiesa del santo che da il nome al borgo. La marina di S. Lorenzo, insediamento di costa posto tra Melito Porto Salvo e Condofuri, si contraddistingue principalmente come meta turistica estiva. Le villette sul lungomare ogni estate si popolano di villeggianti provenienti da Reggio o da altre regioni di Italia. Il motivo che porta a S. Lorenzo Marina una buona fetta del turismo estivo è, oltre alla bellezza del suo mare e delle sue spiagge, la presenza di stabilimenti balneari ben attrezzati e organizzati anche per l’intrattenimento serale e notturno.
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