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di Lilli Tripodi
Tra i numerosi centri abitati posti lungo la stretta cimosa del versante ionico reggino, a 115 km dal capoluogo, si trova Roccella Ionica, uno dei pochi comuni della nostra provincia sorto in prossimità della costa e quindi esente dalla regola dello sdoppiamento urbano. Roccella Ionica, denominata Amphisya in epoca greca e, nel X secolo, Rupella (piccola rupe), da cui deriva il nome attuale, conserva ancora in buone condizioni il suo nucleo originario chiamato “la città”, risalente all’anno 1000 circa. La sua parte più nuova si sviluppa lungo la SS 106 e lungo le tre vie principali che da essa si diramano in forma di pettine, conducendo il visitatore al vecchio borgo, sovrastato dalla massa rocciosa che emerge il modo imponente su tutto il paesaggio costiero anche per la perfetta armonia con cui la roccia naturale si lega al complesso artificiale su cui trovano fondamenta il castello e l’antica chiesa di S. Nicola di Bari. Il castello, proprietà dei Ruffo fino alla metà del XV secolo e in seguito passato ai Carafa, che detennero il potere feudale fino all’eversione della feudalità (1806), presenta tuttora i caratteri di inespugnabilità che lo resero inaccessibile durante le incursioni turche del 1553 e del 1599. Alcuni particolari ancora ben conservati al suo esterno sono il portale litico, sormontato dallo stemma dei principi Carafa della Spina, un balcone monumentale con mensole scolpite figurate (dette mascheroni) e il cortile interno che permette l’accesso ai piani superiori tramite la scala principale. Al castello era un tempo annessa la chiesa di S. Nicola di Bari, di cui, in seguito al sisma del 1873, rimangono solo i muri perimetrali, il campanile a vela e tracce dell’altare maggiore. Completa l’antico complesso fortificato la torre, a base circolare e corpo cilindrico, la cui composizione architettonica rispecchia la tipologia delle strutture duecentesche del sistema di difesa costiera della Calabria. Le formazioni rocciose sulle quali si erge il castello si protraggono ulteriormente verso nord-est, dove si alternano tra verdeggianti colline e piccole valli scavate dai torrenti che si riversano nello Ionio. È proprio all’interno di questo scenario paesaggistico talmente suggestivo che trova posto il santuario di Maria SS delle Grazie. Edificato nel 1545, esso conserva ancora il pavimento originale in lastre quadrangolari di pietra marmorea e al suo interno viene custodita la statua della Vergine, patrona dei pescatori roccellesi i quali, in segno di devozione, durante i festeggiamenti in suo onore (prima domenica di luglio) la portano a spalla per le vie del paese a piedi nudi e con la loro caratteristica divisa. Tipica è la tradizionale processione a mare durante la quale la Madonna, la cui statua viene portata sull’imbarcazione capofila, benedice simbolicamente i bagnanti e i pescatori. Nel centro del paese sorge invece la chiesa matrice di San Vittorio Martire, risalente ai primi anni del XX secolo. Questa chiesa venne eretta in sostituzione della vecchia chiesa matrice di S. Nicola e custodisce al suo interno numerosi oggetti sacri di rilevante valore artistico, molti dei quali provenienti proprio dall’antica chiesa matrice, come gli altari di marmo. Ai bordi della piazza S. Vittorio, sul lungomare di Roccella, si possono ammirare inoltre due colonne di porfido egiziano destinate a un tempio pagano e rinvenute nel 1863 da pescatori sulla spiaggia in località Melissari. Oltre a questi, numerosi sono ancora i siti di notevole interesse architettonico che si possono visitare a Roccella, tra i quali vanno certamente ricordati palazzo Englen, palazzo Placido, villa Alicastro, villa Carafa i borghi marinari di Zirgone e S. Antonio, il Convento Minimi (attualmente sede della Facoltà di Scienze Infermieristiche, di numerose manifestazioni culturali e artistiche, di convegni e di un Info Point riservato ai turisti) e il Teatro al Castello, uno splendido teatro all’aperto che ogni anno ospita il Festival Internazionale del Jazz “Rumori Mediterranei”. Roccella Ionica è meta di molti turisti provenienti da diverse zone d’Italia particolarmente attratti dalla sua meravigliosa baia sabbiosa e dalle più cristalline e limpide acque dello Ionio reggino che la lambiscono (il litorale roccellese ha infatti ottenuto la Bandiera Blu 2009 da FeeItalia). Inoltre, le spiagge roccellessi sono direttamente raggiungibili anche via mare grazie alla presenza di un porto turistico ben attrezzato. Il Porto delle Grazie si trova nella parte nord-orientale del paese e la sua importanza è determinata anche per il fatto che questo è l’unico approdo presente nel tratto di mare che va da Crotone a Reggio Calabria. È composto da due moli aventi in tutto 600 posti barca destinati a pescherecci e a imbarcazioni da diporto e comprende un complesso edilizio dotato di tutti i servizi necessari alle imbarcazioni e ai naviganti. Nella sua zona interna si stende una pineta di 1500 mq, che costituisce una perfetta zona d’ombra e area relax dotata anche di pic-nic e di panchine. Il molo è attrezzato con scivoli che permettono il facile raggiungimento di ogni punto da parte dei diversamente abili.
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