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di Lilli Tripodi
Platì, comune della Locride geograficamente posizionato nell’Aspromonte Orientale, si trova lungo la fascia altimetrica dei 300 m s.l.m., presso la quale sorgono quasi tutti gli altri paesi interni del comprensorio locridese, con la differenza, però, che esso non è inerpicato su una suggestiva e pittoresca roccia calcareo-arenaria, bensì occupa una altrettanto pittoresca e suggestiva vallata formatasi in seguito al terremoto del 1638 e attualmente attraversata dalla fiumara di Platì, che, a sud del centro abitato, riceve le acque della fiumara Ciancio, torrente breve ma ricco di acqua che scorre direttamente dal monte Aria del Vento (1024 m), dove ha origine. La fondazione di questo paese risale a circa un secolo prima del suddetto sisma e precisamente al 1505, quando il re Ferdinando il Cattolico, che aveva da poco conquistato il regno di Napoli strappandolo al dominio francese nella battaglia del Garigliano, concesse a Don Carlo Spinelli, principe di Cariati, un vasto feudo comprendente i terreni di Platì e di Santa Barbara. Altre fonti, per lo più locali, sostengono, invece, che Platì nacque dall’insediamento dei nuclei familiari di alcuni ex detenuti delle Carceri di Reggio Calabria, mandati in quelle zone, allora paludose, come in una specie di colonia penale. Attualmente Platì è un interessante paese dell’Aspromonte che, nonostante le minacce alla sua conformazione geografica e urbana dovute alle numerose alluvioni succedutesi dal 1848 al 1973 e nonostante le difficoltà nello sviluppo di una rappresentanza politica locale a causa delle infiltrazioni mafiose che hanno cagionato il proscioglimento dell’amministrazione comunale nel 2006, conserva ancora un centro storico e aree naturalistiche meritevoli di attenzione. Il centro storico, infatti, presenta rilevanti emergenze architettoniche quali la chiesa della Madonna del Rosario, la cui particolarità consiste nel dipinto raffigurante la Madonna del Rosario posto sul soffitto, la chiesa matrice di Maria SS di Loreto, elegante edificio a tre navate suddivise da splendide colonne in marmo bianco che sorreggono archi a tutto sesto e all’interno della quale viene custodita la statua della della Madonna di Loreto con il Bambino. Considerevoli sono anche i palazzi platiesi, con i loro portali riccamente decorati in pietra e i balconi lavorati in ferro battuto, come palazzo Oliva, palazzo Furore, palazzo Galatti e palazzo Mercurio-Galatti. Come abbiamo anticipato, Platì offre anche aree e paesaggi che invitano a itineranti scoperte: innanzitutto le fresche sorgenti di acqua oligominerale, la fontana Cromati e la fontana Catanzaro, entrambe facilmente raggiungibili via la SS 112; spostandosi poi sul confine occidentale del comune è possibile salire al terrazzo del monte Misafumera (1390 m), dal quale si può godere lo splendido paesaggio della Locride, la faccia più tipicamente mediterranea del variegato territorio calabrese, da Capo Bruzzano fino al Golfo di Squillace. Infine, al lato opposto, in prossimità del confine orientale, presso la frazione di Cirella, si può osservare la Cascata dello Schioppo, con un salto di 30 m. Le risorse del territorio platiese permettono agli abitanti del luogo di produrre dell’ottimo pane, noto in tutto il comprensorio della provincia di Reggio, e delle pregiate carni bovine, ovine e caprine.
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