Questo post é stato letto 95460 volte!
Di Lilli Tripodi
Palizzi è uno dei comuni più vasti e, in proporzione, più ricchi di risorse naturalistiche tra quelli compresi nella Comunità Montana Versante Ionico Meridionale. La parte più settentrionale del suo territorio è compresa nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Con molta probabilità il comune di Palizzi corrisponde alla parte più estrema dell’antichissima regione che i primi greci giunti nell’Italia Meridionale chiamarono Enotria, per l’abbondanza delle viti. Non a caso ancora oggi a Palizzi, che fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino, si produce un rinomato vino rosso e generoso, buono per arrosti. Il centro storico di Palizzi è posto a 272 m s.l.m., a 10 km dalla costa, alla quale è collegato per mezzo della SP 64, una strada piuttosto stretta e tortuosa, che costeggia per gran parte la fiumara Palizzi. La bellezza di questo percorso consiste proprio nella possibilità di avvicinarsi gradualmente al paese, assaporandone le diverse vedute lungo la progressiva salita, fino a quando le casupole con la rocca scompaiono dietro una delle tante curve, per poi riapparire, dietro qualche altra curva, in uno scenario sublime in cui l’imponente presenza della natura, chiaramente visibile nella pesante roccia arenaria, contrasta e, allo stesso tempo, si uniforma con le minuscole abitazioni, lasciando il visitatore a bocca aperta. Non si conosce con esattezza l’epoca di fondazione di Palizzi Superiore, ma i primi documenti che attestano l’esistenza di monasteri nei dintorni dell’attuale centro abitato risalgono al XV secolo. Anche l’origine del toponimo è alquanto incerta, dal momento che alcuni storici sostengono che esso possa derivare dal nome del monastero di S. Ippolito, detto anche “Politium”, altri lo fanno derivare dalla presenza di un importante castello (da Palatium) e altri ancora dal bizantino “Politzion”, ovvero piccola città. L’abitato di Palizzi è fortemente condizionato da due determinanti geografiche e morfologiche, rispettivamente il fiume, a destra, e la rupe, a sinistra. Lo spazio compreso tra queste due barriere naturali si articola in una serie di percorsi che innervano piccoli tessuti urbani all’interno dei quali si sviluppano delle piccole ma interessanti abitazioni, il cui modulo base è la casa a schiera unifamiliare. Il castello medievale, posto in cima alla rupe, e la chiesa parrocchiale di S. Anna costituiscono gli episodi emergenti di Palizzi. La chiesa di S. Anna, risalente al XVII secolo, presenta una cupola che non è direttamente visibile dalla piazza, poiché è impostata a un livello di molti metri più basso rispetto al piano della piazza stessa. Il panorama pittoresco di questo borgo antico è completato dal ponte dello “schiccio”, sotto il quale scorrono le limpide acque della fiumara Palizzi. Poco più a valle si può osservare un antico mulino ad acqua, uno degli esempi meglio conservati tra le medesime tipologie di architetture industriali dell’Area Grecanica. Proseguendo per altri 9 km dopo Palizzi lungo la SP 64 si giunge a Pietrapennata, una frazione del comune la cui prosperità e rigogliosità dei boschi fu immortalata in un disegno del celebre viaggiatore inglese Edward Lear. Nella chiesetta di Pietrapennata è custodita una bellissima statua in alabastro della Madonna col Bambino di scuola gaginesca (XVI sec.), un tempo collocata all’interno dell’antico monastero di S. Maria dell’Alica, i cui ruderi si trovano nelle capmagne di Pietrapennata. Anche Palizzi presenta un omonimo insediamento di costa, Palizzi Marina, che, a sua volta, può essere letto come sommatoria di due nuclei separati dal corso della fiumara Palizzi, nonché diversi per il tipo di impianto adottato. Il nucleo insediativo posto a ovest della fiumara è quello più antico, risalente all’incirca alla fine del XIX secolo. La sua struttura urbana conserva ancora carattere prevalentemente spontaneo, la maglia dei percorsi è leggermente ruotata rispetto al litorale e definisce lotti rettangolari molto allungati, sui quali si dispongono a nastro case a schiera unifamiliari. Il baricentro di questo sistema è rappresentato da piazza Dante, sulla quale si affaccia le chiesa di S. Francesco da Paola. La zona in questione è nota come Murrotto, un toponimo che indica la remota presenza di un muro che serviva a serrare la frontiera tra le antiche repubbliche di Locri e di Reggio. La zona a est della fiumara, nota come Stracia, è la parte più popolosa del comune così come la più nuova, dato immediatamente percepibile dalla presenza di un impianto urbano geometrizzante, costituito da percorsi paralleli alla linea di costa e da lotti regolari occupati principalmente da case in linea. Anche da questa parte è l’edifico religioso a occupare una posizione centrale. La bellissima chiesa del SS Redentore, costruita nel 1930, con la sua ampiosa piazza, costituisce infatti il luogo di attrazione per tutta la comunità. La sua facciata, posta dirimpetto alla stazione ferroviaria, è visibile anche dalla spiaggia, poiché il lotto su cui poggia sta a una quota maggiore rispetto ai lotti circostanti. L’ultima porzione più considerevolmente abitata del comune di Palizzi è la frazione di Spropoli, un piccolo insieme di abitazioni che insistono lungo la SS 106. Il nome testimonia un’origine antica, anche in questo caso, riconducibile ai “Propilei”, termine che nelle antiche poleis greche stava a indicare le avamporte dell’Acropoli. La costa compresa tra Punta Spropolo e Capo Spartivento forma un’insenatura naturale dove si convogliano correnti che danno spesso origine a onde perfette per essere cavalcate su una tavola da surf.
Questo post é stato letto 95460 volte!