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Ex fabbrica di pipe, nuovo episodio di Esplorando dietro casa
La marina di San Lorenzo si sviluppa sulla costa ionica reggina ed è compresa fra i comuni di Condofuri e Melito di Porto Salvo.
Lasciando i litorali e spostandosi verso l’interno, le lunghe e ampie spiagge si convertono in falsipiani per poi trasformarsi in rilievi sempre più elevati e impervi man mano che l’Aspromonte si fa più prossimo.
Spesso questo passaggio è repentino e le colline offrono affacci paradisiaci sul mare come quello dove si trovano i ruderi della torre “Salto La Vecchia”… ed è proprio qui che la nostra esplorazione di oggi ha inizio.
Vantaggi strategici in passato
La particolare morfologia del luogo doveva offrire in passato importanti vantaggi strategici: non a caso su questo promontorio si trova sia una torre cinquecentesca che una postazione della seconda guerra mondiale.
Tuttavia oggi non tratteremo né della torre cinquecentesca e né della postazione della seconda guerra mondiale: la nostra destinazione si erge in lontananza, avvolta in un silenzio malinconico tipico di un luogo abbandonato.
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Ai più il complesso industriale noto come “ex fabbrica delle pipe” sembrerà solamente un rudere infestato da erbacce, eppure abbiamo imparato che anche le rovine hanno storie da raccontare.
Il complesso industriale è sorto nella metà dell’Ottocento, ma allora non aveva la funzione per cui oggi è ricordato.
Nacque infatti come fabbrica di calce.
La pietra era cavata a monte, trasportata con una teleferica e lavorata a valle.
Nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, sotto l’impulso della realizzazione della linea ferrata jonica, al complesso si aggiunsero altri edifici e la produzione fu convertita in mattonificio.
Nella prima metà del Novecento l’utilizzo del complesso cambiò ancora adattandosi a cementificio.
Verso la metà del secolo scorso iniziò la produzione delle pipe di cui era possibile fino a non molti anni fa riconoscere in situ pezzi in corso di lavorazione abbandonati in piccoli cumuli.
L’aspetto incompleto è uno spaccato della sorte toccata a questa fabbrica: cristallizzata nella sua ultima forma prima che i lavori cessassero inaspettatamente.
La segheria
L’ultimo grande cambiamento di destinazione si registrò fra gli anni 50 e 60 del Novecento quando fu installata la segheria.
La segheria dava lavoro a un gran numero di abitanti della zona, al suo interno il legno locale veniva trattato per essere poi esportato in tutta Italia.
Il complesso attualmente ricade su tre terreni privati.
Uno di questi appartiene al sindaco di San Lorenzo, Bernardo Russo, che ci ha aperto i cancelli della sua proprietà.
Seguendo le indicazioni del primo cittadino di San Lorenzo abbiamo visitato delle strutture davvero sorprendenti che si trovano al di sotto di una grata in metallo.
Si tratta di un complesso di archi che si sviluppa a più livelli, probabilmente utilizzato in passato come cisterna per l’immagazzinamento dell’acqua.
Nel resto del sito abbandonato la vegetazione ha fagocitato interi edifici al pari delle strutture ormai in disuso e semidistrutte.
L’area in cui ci siamo soffermati di più è la segheria.
L’ex fabbrica di pipe, la struttura…
La struttura si componeva di un corpo longitudinale scandito da pilastri in mattoni coronati da una copertura lignea.
Le travi della copertura sono crollate e nella caduta si sono incrociate le une alle altre formando un groviglio a tratti inestricabile.
Gli imponenti macchinari riposano nella loro posizione originale intaccati della corrosione in una morsa implacabile e si possono ancora apprezzare alcune tavole di legno, in parte marce, che coprivano i corridoi di manutenzione.
Ispezionando alcuni ambienti di servizio si percepisce chiaramente il senso di abbandono che aleggia in questo luogo.
A Ovest delle segheria si trova il resto del complesso al quale non abbiamo avuto accesso perché sprovvisti dell’autorizzazione dei proprietari.
Qui si trovava il mattonificio, com’è desumibile dall’alta ciminiera che svetta, il cementificio e la vera e propria fabbrica di pipe.
L’enorme complesso di San Lorenzo Marina ha molte potenzialità.
È un sito straordinario di archeologia industriale, su modello delle Reali Ferriere di Mongiana (VV), in cui è possibile documentare e divulgare le molteplici fasi di industrializzazione del territorio calabrese attraverso gli ultimi due secoli.
Eppure giace lì… malinconico, inespresso e acre come un tramonto sopra una terra di occasioni mancate.
Articolo a cura di Giovanni Speranza
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