Mammola, Reggio Calabria

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di Lilli Tripodi

Centro collinare del versante jonico reggino, il comune di Mammola si trova tra il massiccio delle Serre e l’Aspromonte. Il suo esteso territorio, che ha una superficie di 80,56 kmq, ricade parzialmente nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il centro abitato è a 240 metri sul livello del mare, al chilometro 45 della SGC Ionio – Tirreno della Limina, e si trova nel comprensorio del Torbido, immediatamente al lato del suo affluente Chiara e a occidente delle colline che si innalzano dal torrente Neblà. Confina con i comuni di Grotteria, Siderno, Canolo, Agnana, Cinquefrondi, San Giorgio Morgeto, Giffone e Galatro. Dista 122 km da Reggio Calabria.

È opinione di alcuni studiosi che Mammola sia sorta nel periodo della Magna Grecia sulle rovine di Malea o Melea, colonia locrese ricordata da Tucidide. Ma l’origine certa del paese risale probabilmente al periodo che va dal 950 al 986 d. C., quando, in seguito alle invasioni saracene sulle coste calabresi, le popolazioni delle marine si rifugiarono nell’entroterra, raccogliendosi in parte sulla collina dove oggi sorge Mammola, intorno a un romitorio che San Nicodemo, abate basiliano vissuto tra il 900 e il 990, aveva costruito sul monte Cellerano. Nel corso degli anni il monastero divenne cenacolo di elevazione intellettuale e di cultura umanistica. Qui i monaci si dedicavano agli studi nei campi della calligrafia, della miniatura, del mosaico, dell’innografia, delle lettere e della scienza. Negli scriptorium (stanze dedicate alla copiatura a mano) venivano trascritti importanti testi e codici. Il borgo di Mammola conserva ancora tutta la sua bellezza di villaggio medievale nelle sue piccole vie, nelle piazze, nella disposizione delle case, nei palazzi e nelle chiese. Tra queste, di particolare pregio storico-artistico è la chiesa Matrice, intitolata a S. Nicola di Bari (XII sec.), al cui interno sono custodite le reliquie di S. Nicodemo, patrono della cittadina. A lui è invece dedicato il santuario situato all’interno del territorio comunale compreso nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, nel luogo in cui visse il santo e oggi meta di turisti e fedeli per gran parte dell’anno.

Rilevante importanza artistica internazionale ricopre il Monastero di Santa Barbara, dell’XI secolo, in parte recuperato e restaurato per ospitare il Parco Museo Santa Barbara, uno dei più importanti Musei di Arte Moderna internazionale fondato dall’artista Nik Spatari. Mammola rientra anche tra le mete più ambite del turismo gastronomico. I suoi prodotti tradizionali più noti e ricercati sono la ricotta fresca e la ricotta affumicata fatte con latte di capra, il formaggio caprino della Limina e l’olio extra vergine d’oliva, tutti e tre inseriti nell’Elenco Nazionale dei prodotti Agroalimentari Tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Ma ancora più famoso, a livello gastronomico nazionale, è la stocco di Mammola, anch’esso inserito nell’Elenco Nazionale dei prodotti Agroalimentari Tradizionali. La “Sagra dello Stocco”, che si svolge il 9 agosto nelle piazzette di Mammola, richiama numerosi turisti stranieri e nostrani per la degustazione dello “stocco” (pescestocco o stoccafisso) cucinato in vari modi: alla mammolese con le patate, con fagioli, con peperoni, a frittelle, arrostito, fritto; secondo i dettami delle tradizionali ricette mammolesi, viene servito in tegami di terracotta (tianeji). Ciò che entusiasma molto i visitatori della sagra è anche il clima di festa folcloristica che si vive tra i borghi e le piazze del paese, con i tradizionali balli dei ”giganti” e con il ballo della famosa e caratteristica “pupazza infuocata” al ritmo della tarantella, che chiude la serata in piazza Ferrari.

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Author: Lilli Tripodi

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