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Santo Niceto, Esplorando la Chiesetta Bizantina a Bova Marina
Su invito di un vecchio amico, ci siamo recati in visita alla Chiesetta Bizantina di Santo Niceto nel comune di Bova Marina.
In località Apàmbelo si staglia un’altura in cima alla quale si intravedono i resti dell’edificio.
È possibile raggiungerlo soltanto a piedi percorrendo un sentiero particolarmente impegnativo ricavato sul crinale della collina e in parte riconquistato dalla vegetazione.
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Non è la prima Chiesetta Bizantina che abbiamo conosciuto attraverso le pagine di questa rubrica.
Abbiamo visitato…
Abbiamo visitato i ruderi di quattro chiesette (San Nicola della Porta, S. Maria Annunziata, San Antonio e San Pantaleone) nel comune di Motta San Giovanni (RC), ai piedi del Castello di Santo Niceto; oltre a quella definitiva convenzionalmente di Santo Niceto ubicata all’interno delle mura.
Abbiamo descritto le tre chiesette ascrivibili al periodo bizantino (San Nicola, Santa Caterina, Assunta) e una quarta un po’ più tarda (San Sebastiano) nel comune di Condofuri, frazione Amendolea.
Un po’ di tempo fa avevamo apprezzato le Chiesette di San Nicola e San Basilio nel Borgo Medievale di Motta Sant’Agata e questi sono solo alcuni esempi…
Per capire quanto la presenza di queste strutture sia capillare in Calabria, basti ricordare che il Professore Domenico Minuto, storico ed erudito locale, nelle sue numerose pubblicazioni ne ha censite un centinaio.
Queste chiesette hanno tutte dei tratti in comune:
Si trovano in posizioni remote, spesso in punti panoramici straordinari e particolarmente suggestivi e constano di un edificio di culto molto semplice e umile.
Per comprendere il complesso fenomeno che ha portato alla nascita di queste strutture dobbiamo fare un passo indietro: riavvolgendo il tempo di alcuni secoli e spostandoci in Oriente.
Tra il IV e l’VIII secolo, mentre tribù di barbari osteggiavano l’Impero Romano d’Occidente fino a causarne la caduta, nel Vicino Oriente nacque un nuovo sentimento religioso.
Questa nuova temperie religiosa si basava su filosofie come l’ascetismo e la vita monastica che erano nate dalla necessità dell’uomo di indagare il proprio rapporto con dio.
Sotto l’insegnamento di Antonio il Grande e Paolo di Tebe…
in numerose regioni come l’Egitto, la Palestina e la Siria, sempre più uomini lasciarono la vita nelle città per ritirarsi in solitudine oppure per organizzarsi in Ordini e perseguire delle esistenze più vicine a dio.
Gli Ordini, sotto la guida di un Maestro, si diedero delle regole per disciplinare la vita in comunità.
Sebbene la regola benedettina ora et labora sia celebre e nota anche a chi non nutre un particolare interesse per la storia medievale, l’Ordine che ha avuto un impatto maggiore nella Calabria, in questa particolare fase storica, fu quello dei monaci basiliani.
L’Ordine dei basiliani nacque dall’operato di San Basilio Magno (vissuto nel IV secolo d.C.) e dalle sue regole.
In particolare San Basilio riteneva la vita monastica ed eremitica condizione ideale per raggiungere la perfezione cristiana.
Fra il VII e VIII secolo numerosi monaci basiliani lasciarono l’Oriente e si spostarono in Occidente.
Due furono i motivi alla base di questa “diaspora”.
Il primo fu l’incalzare dei Musulmani.
Per sfuggire alle loro persecuzioni, i monaci basiliani di Grecia, Siria e Africa si ritirano in posti isolati dove condurre una vita eremitica.
Là dove questa soluzione non fu sufficiente, furono costretti a lasciare le loro terre per rifugiarsi in Occidente.
L’altro motivo fu l’editto dell’imperatore Bizantino Leone III del 726 con il quale si disponeva la distruzione delle immagine sacre per contrastare il commercio nato intorno a questi prodotti e stroncare l’adorazione di idoli, pratica considerata blasfema.
L’iconoclastia mise in fuga migliaia di monaci che trovarono rifugio nell’Italia Meridionale.
La presenza dei Monaci Basialini nel Mezzogiorno diede un impulso decisivo all’edificazione delle chiesette definite genericamente bizantine in riferimento al periodo in cui furono costruite.
Chiesetta Bizantina di Santo Niceto di Bova Marina
Torniamo ora ai giorni nostri per completare la nostra visita alla Chiesetta Bizantina di Santo Niceto di Bova Marina.
Arrivati in cima all’altura si rimane rapiti dallo straordinario colpo d’occhio paesaggistico offerto dal luogo.
Si vede in lontananza la linea di costa e a seguire il falsopiano fino alle prime pendici delle colline su cui insiste la chiesetta.
La struttura fu indagata nei primi anni del 2000 dall’archeologo inglese John Robb che ha studiato planimetria e cronologia.
L’edificio si daterebbe al X secolo, era composto da un’unica navata con abside orientata a Est e ingresso sul lato settentrionale.
Si è ipotizzato che la struttura fosse formata da due piani separati da una pavimentazione lignea di cui si conserverebbero ancora oggi gli incassi delle travi.
Se così fosse si tratterebbe di un “unicum” fra le chiesette a noi note.
Il piano inferiore doveva essere occupato da una cripta; sulle pareti sono ancora visibili tracce di colore riconducibili a degli affreschi.
Purtroppo oggi la chiesetta è solo un rudere appeso maldestramente al ciglio di un dirupo. Se nulla verrà fatto, non passerà ancora molto tempo prima che gli agenti atmosferici cancellino le ultime tracce di questo edificio.
Amareggiati per un passato glorioso così maltrattato, ci allontaniamo dalla Chiesetta di Santo Niceto per lasciarla nuovamente avvolta nella sua granitica solitudine.
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