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Bruzzano Zeffirio si trova a circa 90 m sul livello dei suggestivi scogli di Capo Bruzzano, tra gli agrumeti della vallata della fiumara Bruzzano. Ciò che cattura immediatamente l’attenzione è l’ortogonalità della trama urbana comune a quasi tutte le città ricostruite ex novo in seguito al terremoto del 1908 in Calabria e in Sicilia.
Bruzzano Zeffirio: La storia
È infatti questa la storia di Bruzzano Zeffirio, cui è stato apposto l’aggettivo Zeffirio solo nel 1863. Secondo diverse fonti l’intero toponimo deriverebbe dal nome del promontorio Bruzio sul quale i coloni greci sbarcarono nell’VIII sec. a.C. spinti dal venticello Zefiro. In epoca medievale invece che Bruzzano Zeffirio, i medesimi luoghi erano noti col nome di Bruzzano Vetere. Un toponimo che più precisamente designava il centro abitato posto all’altezza dei ruderi di Bruzzano Vecchio, a circa 120 m s.l.m.
La diversa posizione geografica dell’abitato rispecchiava naturalmente anche differenti composizione urbana e situazione politica. Bruzzano Vecchio, come tutti i centri abitati calabresi di epoca medievale, era costituita da un fitto gruppo di case sulle quali dominava la rocca con il castello. In questo caso il Castello di rocca Armenia, la cui costruzione ebbe inizio intorno all’XI secolo. Rappresentava uno degli esempi più belli di architettura difensiva della Locride.
Esso era costituito da tre corpi di fabbrica principali: le strutture difensive militari, la cappella nobiliare e la dimora dei Carafa, i signori che lo possedettero per ultimi, fino all’eversione della feudalità. La loro permanenza in questo castello è tutt’ora testimoniata dalla presenza dell’arco trionfale di famiglia, costruito nel XVII secolo.
Altri particolari
Svariati proprietari dimorarono nel castello prima dei Carafa a Bruzzano Zeffirio. A cominciare dai saraceni che nel 925 espugnarono la cittadina. Oggi sia il castello che l’antica Bruzzano si trovano allo stato di rudere a causa dei terremoti che li hanno devastati. Ed, in particolar modo, quelli del 1905 e del 1908.
Il territorio di Bruzzano ospita però un altro bene di rilevante importanza storico-artistica. Si tratta della statua della Madonna della Catena, custodita nell’omonimo santuario. Su questa statua aleggia una leggenda secondo cui furono i marinai di Bruzzano insieme ad altri di Ferruzzano a ritrovare sulla spiaggia una cassa all’interno della quale era custodita proprio la statua della Madonna con in braccio un bambino e un moretto incatenato ai suoi piedi, da cui il nome di Madonna della Catena.
La statua venne quindi caricata su un carro aggiogato a una coppia di buoi e seguita dalla popolazione in preghiera. Giunti al confine tra i due paesi contendenti i buoi si fermarono perentoriamente e fu proprio in quel punto che venne edificato il santuario della Madonna della Catena.
Importante al giorno d’oggi anche la rappresentazione dell’Affruntata.
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