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“L’arrivo della Commissione parlamentare contro la mafia a Monasterace è senz’altro una buona notizia.Ma ciò che accade nel borgo reggino è di una gravità democratica allarmante. Ci saremmo aspettati una reazione del Governo e del Parlamento ed una discesa in Calabria del prof Monti, proprio per riaffermare la sovranità statuale messa in discussione da logiche criminali. Possibile, invece, che dinanzi ad un default della democrazia, perchè le dimissioni del sindaco Maria Teresa Lanzetta questo dimostrano, tutto continui come prima? Come dire: in Calabria si dimette un sindaco? Avanti il prossimo… Se lo Stato consente che un suo stimato e degno rappresentante sia costretto a rinunciare alla funzione di sindaco, senza approntare una reazione straordinaria per rimuovere gli ostacoli che impediscono in un’area del Paese l’agibilità dei diritti costituzionali, a mio avviso si è dinanzi ad una pericolosa autoreferenzialità delle istituzionali nazionali che non promette alcunché di buono. Non hanno bisogno che sia il sottoscritto, i super tecnici al Governo, a rammentare che lo sviluppo economico e sociale in Italia – e dunque anche nelle aree più svantaggiate della Calabria che fino a prova contraria sono parte dell’Italia – non sarà mai possibile, se non si sconfiggono i poteri che frenano o inquinano le iniziative imprenditoriali e la crescita della società civile al Sud. Eppure ogni qual volta in Calabria si avverte la rottura del patto democratico, come nel caso eclatante di Monasterace, le autorità politiche ed istituzionali nazionali non intervengono con l’efficacia che la situazione richiederebbe”. E’quanto si legge in una nota del consigliere regionale dell’idv Giuseppe Giordano.
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