Lea Garofalo: una lotta che non avrà mai fine

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Articolo a cura di Alessio Foti, Martina Iacopino, Lidia Falcone, Laura Mangiola, Giulia Legato, Claudia Gurnari:

Ieri, 8 marzo, a Petilia Policastro, in provincia di Crotone, un atto vandalico è stato perpretato ad opera di ignoti al monumento di Lea Garofalo.

A denunciare l’accaduto è stato il Sindaco crotonese, Amedeo Nicolazzi, recatosi in occasione della festa delle donne per rendere omaggio ad una delle figure emblematiche nella lotta a favore della giustizia.

Il monumento, realizzato a distanza di cinque anni dall’omicidio della donna è stato danneggiato, in particolare, da un primo sopralluogo, risulta che sia stato rubato un faretto e, che, inoltre, intorno al monumento stesso siano stati ritrovati alcuni frammenti di pietra.

Lea Garofalo, abituata alle continue faide interne alla sua famiglia e quella del marito, decise di opporsi alla ‘ndrangheta per garantire alla figlia una vita migliore di quella che era stata imposta a lei.

Conseguenza di questa lotta fu il suo omicidio, avvenuto per mano della famiglia del marito.

La storia di questa donna viene commemorata nel film mandato in onda recentemente su Rai 1 “Lea“.

L’accaduto non rappresenta tanto un affronto al monumento in se, bensì un’offesa a ciò che esso rappresenta, ovvero la lotta contro le azioni ingiuste della mafia a favore di coloro che, sperando in un mondo libero, non più succube del potere della ‘ndrangheta, hanno pagato con la vita.

Ecco le dichiarazioni del Sindaco Amedeo Nicolazzi: “Lea Garofalo è un esempio e un simbolo che deve essere rispettato e valorizzato e non deturpato”.

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