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I vertici della CIA regionale e provinciale, il 21 gennaio 2011, sono stati ascoltati nel corso della riunione della III commissione Consiliare della Regione Calabria. Un confronto necessario avvenuto a seguito delle problematiche sollevate durante l’assemblea dell’Associazione Nazionale Pensionati della Confederazione Italiana Agricoltori, tenutasi a Rende l’8 gennaio scorso.
All’audizione sono intervenuti il Presidente regionale, Mauro D’acri; il Presidente provinciale di Cosenza e il Direttore, Francesco Barbarossa e Davide Vena; e il Presidente provinciale dell’ANP CIA, Domenico Liguori.
“Nel nostro paese la spesa complessiva per la protezione sociale, cioè la spesa totale per welfare, rappresenta il 49,1% del prodotto interno lordo”, ha sostenuto il Presidente Mauro D’Acri. “Credo sia difficile pensare ad un aumento di questa quota, anzi, il trend sta decisamente andando verso una sua drastica riduzione. Bisogna, quindi, pensare a soluzioni che consentano una migliore razionalizzazione e integrazione della spesa e a nuovi modelli di welfare specialmente nelle aree rurali”. “A nostro parere –conclude– è necessario creare un momento di discontinuità rispetto al passato”.
Negli anni trascorsi, il settore primario, nel mentre si specializzava nella produzione di alimenti e partecipava alla crescita del sistema economico nazionale, otteneva come contropartita la redistribuzione di risorse proveniente dai settori maggiormente produttivi attraverso l’estensione dei sistemi pensionistici, della mutua malattia, della tutela dagli infortuni, degli assegni famigliari, etc.
Oggi, a fronte di condizioni economiche profondamente mutate, e con la forte crisi economica in corso, sia le funzioni dell’agricoltura quanto le missioni dello stato sociale sono sottoposte a forti cambi di direzione, tanto da porre in discussione il precedente patto.
Per questo motivo, secondo il Presidente della Cia Calabria, il dibattito sul futuro dell’agricoltura e dello sviluppo delle aree rurali e quello sulla riforma dei sistemi di welfare tendono di nuovo ad incrociarsi per cercare, possibilmente, nuove sintonie attorno al tema dello sviluppo di un welfare locale.
Si tratta di disegnare un nuovo modello di welfare che, senza prescindere da ciò che non è delegabile dal pubblico, consenta di:
- individuare reti sociali, spesso già esistenti, da gestire in modo imprenditoriale, in forte connessione con le economie locali legate alla nuova domanda di ruralità.
- stabilizzare le risorse sociali presenti ed in particolare assicurare la ricreazione di nuovi legami tra vecchie e nuove generazioni, tra vecchi e nuovi abitanti;
- riformare sistemi di welfare capaci di valorizzare le risorse locali ed anche quelle agricole per assicurare stabilità/miglioramento della rete di servizi a fronte di una contrazione dei trasferimenti pubblici di risorse;
- mettere a valore alcune risorse che sono proprie dei contesti rurali e che sono utili per azioni di prevenzione del disagio (dei giovani, dei minori, degli anziani).
“Con un consistente numero di associati iscritti a livello regionale, ha affermato il presidente D’Acri, la CIA rappresenta un pezzo importante della società calabrese, pertanto, dal punto di vista della rappresentanza, oltre alle strategie di medio periodo richiamate sopra, alla III Commissione del Consiglio regionale sono state avanzate due richieste precise: la prima riferita alla possibilità di rivedere l’abolizione del ticket per tutti gli abitanti delle aree rurali e la seconda tesa ad alleviare i disagi che i cittadini stanno vivendo in queste ore per ottenere l’esenzioni previste dalla legge, attraverso la messa a disposizione delle strutture dei CAF dislocate su tutto il territorio regionale”.
L’Ufficio Stampa
CIA CALABRIA
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