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L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – è intervenuto sulle dichiarazioni del segretario regionale della CGIL Michele Gravano, relativamente alle problematiche del settore della pesca in Calabria ed alle presunte responsabilità del Dipartimento regionale dell’agricoltura in ordine a tale stato di crisi. “Si tratta – ha detto Trematerra – di affermazioni incomprensibili ed inspiegabili, che non trovano alcun riscontro nell’attività portata avanti in questi anni dal dipartimento, e totalmente prive di ogni fondamento.
Relativamente alla spesa dei fondi comunitari, richiamata dal segretario Cgil, è noto a tutti come gli obiettivi di spesa siano stati ad oggi raggiunti e, in linea generale, tutte le somme siano state completamente impegnate. Così come non risponde assolutamente al vero quanto riferito da Gravano in ordine ad un mancato raggiungimento di risultati della riunione tecnico-politica che ha avuto luogo venerdì ventiquattro scorso alla Direzione Generale della Pesca del MIPAF, alla presenza del Direttore Generale Emilio Gatto.
Una nota ufficiale della Giunta regionale, diramata nella serata di venerdì, ha puntualmente descritto gli esiti. Dispiace che notizie ufficialmente diffuse, non siano state prese assolutamente in considerazione. Eppure cose molto importanti per il settore della pesca calabrese sono state in essa sintetizzate. Infatti, numerosi sono stati gli aspetti affrontati nel corso dell’incontro, che ruotano attorno alla profonda crisi che sta vivendo il comparto della pesca nella nostra regione, nelle sue molteplici componenti, diversificate territorialmente.
Constatata l’ampia condivisione registrata in ordine alla possibilità del riconoscimento di stato di crisi del settore, grazie al quale potrebbe essere possibile l’attivazione di una serie di interventi non ordinari, in grado di portare ristoro economico ai lavoratori del comparto, la Regione avanzerà formale istanza, sin dalla prossima Commissione “Politiche Agricole” della Conferenza Stato-Regioni, in programma a Roma il prossimo ventinove maggio. In maniera puntuale, particolare attenzione è stata, inoltre, posta alle nefaste conseguenze che l’applicazione delle stringenti normative comunitarie e nazionali hanno determinato alla pesca calabrese.
Una discussione costruttiva si è sviluppata attorno all’uso delle ferrettare ed alle cosiddette pesche speciali che, in maniera territorialmente diversificata, stanno affliggendo le marinerie di quasi tutta la regione. Il ricorso a deroghe, relativamente al primo punto, viste come immediato ma temporaneo ristoro, in considerazione delle gravi motivazioni addotte dal Ministero, è stato escluso. Anche perchè una loro concessione, inspiegabile ed ingiustificabile davanti alla Commissione Europea, rischierebbe di pregiudicare irrimediabilmente tutte le altre misure che si vorrebbero mettere in campo. Sono state valutate, pertanto, numerose ipotesi di intervento temporaneo ma anche strutturale, facendo riferimento a risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali.
Come l’attivazione di misure socioeconomiche, non soltanto legate alla restituzione degli attrezzi di pesca, di misure in grado di favorire l’accesso al credito, di contributi in grado di consentire la conversione in attività di pesca compatibili. Inoltre, attraverso l’accelerazione dell’approvazione dei Piani di Gestione, sarà possibile consentire rimuneratività alle pesche speciali, anche attraverso l’autorizzazione di attività sperimentali che consentano la commercializzazione del pescato al fine di poter acquisire anche attendibili dati commerciali.
È stata, infine, manifestata con forza la necessità di avviare idonee procedure di assegnazione di quote tonno alla Calabria, che da anni ormai ne è priva, possibilmente sin dal 2014. Come può vedere pertanto il segretario Gravano, le cose stanno in maniera ben diversa da come vorrebbe far credere. L’auspicio – conclude Trematerra – è che si tratti solo di considerazioni dettate dal giustificato nervosismo che pervade il comparto, e non altro. Le aspettative delle marinerie calabresi non si risolvono con slogan e campagne mediatiche ma con il massimo impegno politico, amministrativo e sociale. Per i primi due aspetti l’assessorato ed il dipartimento agricoltura certamente non lo hanno fatto e non lo faranno mancare. Per il terzo aspetto, non può essere sottaciuto che ci aspetta qualcosa di più da espressioni sociali così significative”.
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