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Autorità religiose, civili e militari, cittadine e cittadini di Paola e della Calabria,
questo non e’ un giorno qualsiasi o una ricorrenza rituale da celebrare.
Per noi calabresi, dal Pollino a Reggio, e’ un giorno di festa e di riflessione, di fede e di speranza.
Il “Santo nostro”, come usate e usiamo dire quando parliamo di San Francesco, è una figura che sembra fuori dal tempo, perché è portatore di valori che oggi sembrano incredibili, come quelli della santità.
Eppure queste testimonianze ci sono state e ci sono ancora, come dimostrano le toccanti cerimonie di ieri a Roma in occasione della beatificazione dell’indimenticabile Giovanni Paolo II, il quale ha visitato questo Santuario, che può essere sempre di più un punto di sviluppo del turismo religioso della Calabria e del Paese.
A ben vedere, tra San Francesco e Papa Wojtyla si possono riscontrare, a distanza di centinaia di anni, analogie profonde: il Papa muore il due aprile, lo stesso giorno in cui la Chiesa festeggia San Francesco di Paola, che venne canonizzato l’ 1 maggio, identica data della beatificazione di Giovanni Paolo II.
Le analogie per noi cattolici non sono il frutto del caso ma la dimostrazione degli imperscrutabili disegni di Dio.
San Francesco, il Patrono della nostra regione e della gente di mare, non è un Santo qualsiasi, perché in Calabria, quando si è qualcosa di positivo in ogni direzione, non si è persone qualsiasi.
Lo attestano, non solo i miracoli straordinari compiuti in vita, ma il patrimonio di fede che anche attraverso l’Ordine dei Frati Minimi, sfidando i secoli, è giunto fino a noi, mantenendo inalterata una regola di vita e di dedizione.
Innumerevoli sono gli eventi miracolosi, antichi e recenti, suscitando la devozione di umili e potenti, che gli dedicano ex-voto per grazia ricevuta e gli innalzano chiese e cappelle, che sono disseminate dovunque.
Proprio a lui si rivolse Ferdinando IV di Borbone, attraversando lo Stretto dopo l’occupazione francese del 1806, e a lui dedica la Basilica di fronte al Palazzo Reale di Napoli, come segno di profondo ringraziamento per la seconda riconquista del Regno. Un Santo profondamente meridionale, profondamente calabrese che sottolinea la nostra identità, sempre ricordata quando in migliaia e migliaia dal 1861 hanno dovuto abbandonare la nostra terra, portando nel cuore la fede del ritorno e l’attaccamento alle radici, dimostrata dall’immancabile immagine di San Francesco, che oggi i nostri corregionali festeggiano in città di tutti e cinque i continenti nei luoghi della infinita diaspora calabrese.
Quest’anno ricorre anche il duecentenario della nascita di Franz Liszt che tutto il mondo celebra. Il grande musicista ungherese compose due “Leggende”, ovvero musiche religiose, una delle quali in onore di San Francesco di Paola. Più precisamente, la “Leggenda” è stata ispirata al musicista dal famoso dipinto che raffigura il Santo che nel 1435 compie il miracolo di attraversare lo Stretto di Messina sul suo mantello.
Stiamo pensando, con una iniziativa di alto profilo culturale, di onorare il nostro Santo, legandolo al bicentenario del musicista e al miracolo dell’attraversamento del mare in versione contemporanea, come evoca il Ponte sullo Stretto.
In occasione della cerimonia solenne dell’accensione del cero, alla quale per la seconda volta ho l’onore di rappresentare i calabresi intendo ribadire che la Regione partecipa in modo sentito a questa cerimonia e nei prossimi anni si impegna a farlo sempre di più.
La nostra gente, oggi come non mai, ha bisogno di San Francesco, per accrescere la fede nella convivenza umana e nel cambiamento positivo per costruire un nuovo futuro.
E la Calabria si sta preparando al grande evento della visita di Sua Santità Benedetto XVI, che avverrà in ottobre.
La sua figura è straordinariamente attuale, dopo oltre cinque secoli. La sua vicenda umana ha dimostrato che è stato sempre profondamente radicato nel suo territorio e nella cultura della sua gente, che ha amato e servito senza risparmiarsi.
San Francesco di Paola si è assunto le sue personali responsabilità dinanzi alla storia del suo tempo e alle necessità del popolo.
E’ intervenuto, come ha potuto, con passione, soprattutto con la forza di leader spirituale che si era conquistato, facendosi voce critica del potere del tempo, sino a rischiare l’arresto e il carcere. Non si è fermato davanti a niente.
E’ un esempio del nuovo meridionalismo che vogliamo costruire, in un momento in cui l’organizzazione dello Stato sta facendo maggiore leva sulle Regioni.
Noi dobbiamo saper imitare San Francesco a livello personale, delle varie organizzazioni sociali, economiche, politiche, in modo che ciascuno faccia la sua parte.
Appunto per questo abbiamo posto al centro della nostra politica la persona, con i bisogni di salute, di lavoro, di qualità della vita.
Stiamo lavorando in tutte le direzioni per conseguire questi risultati nella nostra regione difficile ma piena di opportunità.
A San Francesco affido i sogni e i bisogni di tutti noi, assumendo l’impegno di muovere ogni passo della Regione Calabria in direzione della promozione umana e culturale di ogni singola persona, sopratutto dei più deboli e indifesi.
In questi anni caotici e straordinari abbiamo bisogno di punti di riferimento certi.
Per tutti noi, San Francesco è un’ancora di salvezza in quest’epoca dalle passioni tristi, un fiamma che incendia l’aurora, illuminando le nostre vite.
Auguro a tutti voi e a tutte le nostre famiglie, fuori e dentro la Calabria, tanti giorni sereni, nella luce.
Giuseppe Scopelliti
Presidente della Regione Calabria
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