Il Pdci e l’arrivo di Berlusconi a Reggio Calabria

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“Lavoratori, precari della scuola, Lsu e Lpu, la rete No Ponte, i portuali di Gioia Tauro, e rappresentanti politici della sinistra al freddo, lasciati sotto la pioggia in via Marina e ai quali nessun ministro né tantomeno Silvio Berlusconi si sono degnati di rivolgere una sola parola. Esponenti del Pdl e semplici simpatizzanti liberi invece di passeggiare all’interno delle transenne e persino davanti alla Prefettura dove si è tenuta la riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri”.

“Se questo non è regime diteci voi come chiamarlo”!

A riferirlo, in una nota, la segreteria regionale calabrese del Partito dei Comunisti Italiani. “Il governo centrale e il centrodestra non si sono smentiti neppure in questa occasione – si legge nella nota – dimostrando, qualora ce ne fosse stato bisogno, che non è il governo di tutti gli italiani ma è solo il governo degli interessi e degli affari di Silvio Berlusconi e dei suoi ministri che continuano a vendere aria fritta solo per pura propaganda elettorale, come hanno fatto anche oggi a Reggio Calabria, laddove si è svolta ennesima e inutile passerella dopo quelle nei giorni scorsi dei ministri Maroni e Alfano e dopo le gravi decisioni assunte nei confronti degli extracomunitari a Rosarno”. “Un governo, quello targato Pdl-Lega Nord, antimeridionalista come non mai – prosegue la nota – acerrimo nemico delle classi lavoratrici e delle fasce più deboli della popolazione, che sta dividendo in due il paese e alimentando un clima pericolosissimo di intolleranza verso i migranti”. “Ben venga la lotta alla criminalità – si legge ancora nella nota – ma come Comunisti Italiani non ci stancheremo mai di ribadire che la battaglia contro ‘ndrangheta, mafia o camorra che sia non si fa solo aumentando gli organici di magistratura e forze dell’ordine. Il crimine organizzato, infatti, si scalfisce innanzitutto creando sviluppo e occupazione, investendo nella cultura e nella formazione delle giovani generazioni ed in particolare nei territori a rischio. Tutto il contrario di quello che invece è nell’agenda politica del governo e delle destre. Lo dimostra il fatto che oggi il Consiglio dei ministri ha dato via libera al piano straordinario per il contrasto delle mafie che prevede un’agenzia nazionale con sede a Reggio che gestirà i beni sequestrati alla criminalità organizzata e dall’altra parte in finanziaria ha fatto approvare un emendamento che consente la messa in vendita con asta  pubblica degli stessi beni confiscati alla malavita organizzata ed ha consentito, attraverso lo scudo fiscale, il rientro in Italia di centinaia e centinaia di milioni di euro in gran parte frutto di attività criminali che erano stati depositati illegalmente all’estero”.

“Atti e proposte scioccanti con cui il governo ha teso vergognosamente la mano alla criminalità organizza che potrà rimpossessarsi dei beni che la giustizia le ha sottratto. Non per niente mentre oggi mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni stava illustrando il piano antimafia approvato dal governo è stato interrotto da Berlusconi che ha avuto il barbaro coraggio di dire ‘I mafiosi si ricompreranno i beni sequestrati? “E noi li risequestreremo”. Questa è la dimostrazione che il governo è ormai caduto nel ridicolo e che sono ormai in pieno stato confusionale”.

“Governo che oggi a Reggio Calabria – conclude la nota – ha voltato le spalle alle decine e decine di lavoratori, disoccupati  e precari giunti da tutta la provincia. Nessuna risposta, nessun segnale nei loro confronti, tranne le solite e inutili promesse che verranno puntualmente disattese. Altro che attenzione per la Calabria! Qui siamo di fronte a una banda di venditori di fumo capeggiata da Silvio Berlusconi che sta facendo sprofondare nel baratro il Mezzogiorno e con esso l’intero paese”.

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

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