Eraclini (PDL) su aeroporto di Reggio Calabria

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L’annuncio dato dal presidente della Società di Gestione dell’Aeroporto dello Stretto, relativo al taglio da parte di Alitalia di ben 52 voli dallo scalo reggino, unito al rifiuto della Provincia di Messina di versare le sue quote di partecipazione alla SOGAS getta una pesante ombra sul futuro dell’aeroporto della più grande città della Calabria. Risulta incomprensibile, se non autolesionistico, capire l’atteggiamento di un socio importante, che ha piena corresponsabilità, nel bene e nel male, delle scelte e dei criteri di gestione dell’aeroporto negli ultimi anni.
Il fatto che l’assessore regionale al Bilancio, Mancini, abbia inserito per il 2012 cinque milioni di euro per definire contratti con compagnie aeree e tre milioni di euro per i voli charter deve trovare una pronta attenzione da parte del consiglio d’amministrazione della SOGAS, affinché una ennesima distrazione non arrechi un ulteriore danno allo scalo di Reggio.
Risulta misterioso capire (tranne che per l’azzeramento giudiziario dei vertici nazionali dell’ENAV) come mai in 15 anni sia rimasto impossibile attivare il pontile che dall’aeroporto dovrebbe trasportare direttamente i passeggeri oltrestretto con un servizio di aliscafi che la Metromare, costituita nel 2008 da Reti Ferroviarie Italiane del Gruppo Ferrovie dello Stato e Ustica Lines, vincitrice del bando di concessione, a tutt’oggi non fornisce penalizzando lo scalo reggino e gli utenti siciliani, nonostante i tentativi e gli sforzi fatti per agevolare la registrazione del check-in già a Messina.
È auspicabile che una soluzione semplice e comoda come il trasporto dei passeggeri su pullman in aeroporto da e per Messina via Villa San Giovanni non sia ancora una chimera.
Proprio oggi Ferrovie Italiane e RFI annunciano l’abolizione definitiva del Treno del Sole, o Freccia del Sud, con il licenziamento di 800 addetti a cuccette e vagoni letto in tutto il paese: in Italia non si può più viaggiare di notte: si devono perdere giornate in treno, per la gioia di alberghi che avranno una massa di clienti in più visto che chi si sposta non potrà più svolgere i propri affari in giornata (tranne che nelle zone ricche del Nord).
La città si trova dunque pesantemente penalizzata nel trasporto aereo; non ha più decine di treni diurni e notturni; l’autostrada della vergogna è una squallida mulattiera: siamo tornati al medioevo. E nello sfascio del territorio che crolla ad ogni pioggia ci si mette anche il nuovo governo, che intende rifare da zero la SS. Ionica 106, una strada che avrebbe solo bisogno di una decente manutenzione e del salto di alcuni nodi urbani (come il tratto Bovalino-Siderno) che la rendono asfittica.
Ma nulla si dice (come invece prescritto dalle linee guida recentissime dettate dall’Unione Europea) sulla necessità di privilegiare il traffico collettivo su rotaia (come l’alta velocità Napoli-Reggio) e su gomma contro il traffico individuale su gomma, per il quale abbiamo i peggiori indici di affollamento e spreco inquinante.
Osserviamo che la regione Calabria, senza considerare il faraonico sistema di snodi autostradali che ruota attorno allo scalo lametino, da sempre ha una partecipazione del 7% nella SACAL, che gestisce l’aeroporto di Lamezia: e per Reggio? È incomprensibile che una città che si presume metropolitana non abbia da parte della Regione nessuna partecipazione e nessun appoggio al suo sistema dei trasporti: la Regione deve oggi deve immediatamente intervenire ed eventualmente rilevare le quote abbandonate dalla Provincia di Messina, per creare nello scalo di Reggio un incremento di sviluppo e nuova occupazione.

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Author: ntacalabria

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