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Si è conclusa venerdì 17 febbraio allo Stage Live Pub di Martirano Lombardo, la tappa del mini-tour calabrese del cantautore americano Hayward Williams, tra i nomi più importanti del panorama underground americano, – in Italia a cinque anni di distanza dall’ultima apparizione nello Stivale – accompagnato dal tastierista Brooks Milgate.
Il concerto sold out del cantautore del Wisconsin, è stato anche occasione per dare spazio ai progetti di tre giovani artisti calabresi: Oras, Chiara Vescio e Lucia Rocchetta.
Oras, vanta un curriculum di tutto rispetto culminato nell’apertura a Eman a Catanzaro e nella finale al Premio Mia Martini, senza dimenticare l’esperienza televisiva a “Mezzogiorno In Famiglia” su RaiDue.progetto del cantautore Orazio Manfredi, da San Mango D’Aquino, già vincitore del premio per il miglior inedito al concorso “Chi Fermerà La Musica” con “Molecole”, eseguita assieme a “Fragile”.
La diciannovenne lametina, può già vantare aperture di assoluto rilievo per gente come The Kolors, Shade, Bianca Atzei e Luigi Strangis, davanti a migliaia di persone.
La Rocchetta, agli esordi ma mossa da un talento naturale e un’innata passione per la musica che l’hanno portata a sviluppare un’estensione vocale notevole, sulla scia di punti di riferimento imprescindibili quali Rihanna, Adele e Lady Gaga, omaggiata con una sentita cover di “Always Remember Us This Way”, brano dal coefficiente di difficoltà abbastanza elevato.
Tutti gli artisti sono stati accompagnati dal M° Eugenio Aiello, laureato in pianoforte al Conservatorio di Cosenza con il massimo dei voti e lode, costantemente impegnato in una florida attività concertistica in tutta la regione nonostante i suoi ventidue anni. Archiviate le esibizioni dei quattro talenti calabresi, spazio dunque al momento più atteso.
Affiancato da Brooks Milgate, Hayward Williams si è dimostrato storyteller di razza e autore particolarmente dotato, capace di conferire anche in versione unplugged un’aura magica a canzoni totalmente immerse nella tradizione americana, in bilico tra folk, soul e country.
Come la splendida “The Reef”, con la seconda voce di Milgate a rievocare le suggestioni gospel della versione originale, o “Fades Away”, dall’ultimo lavoro in studio, “Every Cotton Blue”, l’album più saccheggiato dell’intero set (anche “Coffee & Bourbon”, “Put Down The Fight” e la titletrack).
Ad emergere, le sfumature soul della sua voce, in evidenza su dolci ballad al lume di candela quali “I Was In Love” e “Meet Me Halfway”, unico estratto da “Pretenders”, probabilmente il suo capolavoro uscito nel 2017.
Al piano honky tonk di Milgate il compito di aumentare i giri e spingere sul concetto di ritmo, dando vita a episodi trascinanti particolarmente apprezzati dal numeroso pubblico dello Stage, trasformato in un moderno saloon di Frontiera da un duo quanto mai affiatato persino nell’esplorare territori più vicini al blues.
Un’ alchimia coltivata negli anni e culminata nei Coyote Brothers, progetto di Williams con John Hardin impreziosito dalla presenza del tastierista del Massachusets, principale artefice delle scorribande di “Get The Livin’ Done” ma anche abile cantante solista per la sua “Pale Imitation”, scritta a quattro mano con l’amico Craig Rawding.
In chiusura, due cover d’eccezione: “White Freight Liner Blues” di Townes Van Zandt e un’emozionante “Long Way Home”, solo piano e voce, di Tom Waits, omaggi che certificano il background trasversale di uno dei più interessanti cantautori della sua generazione: dai grandi songwriter degli anni ’70 (Bruce Springsteen, Bob Seger e Van Morrison) al soul di matrice Stax, passando per l’alt-country di Ryan Adams, di cui Williams si conferma degno erede.
Soddisfatto, al termine della serata, il direttore artistico dello Stage, Vittorio Lanzo.
Quella con Hayward Williams – ha dichiarato – è stata per noi la prima data con un artista internazionale e, considerando l’enorme successo, con un sold out pressoché immediato, spero sia soltanto la prima di una lunga serie.
Tra l’altro, siamo estremamente contenti perché il riscontro è stato più che positivo non solo per quanto riguarda lo show del cantautore americano, accompagnato da un tastierista straordinario come Brooks Milgate, ma anche per i giovani artisti che hanno fatto da opening act.
Il nostro obiettivo è anche quello di promuovere i talenti locali e – ha concluso Lanzo – il live di Hayward Williams si è rivelato il palcoscenico ideale per dare il giusto risalto alla musica di qualità in Calabria.
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