CdD: La nuova ICI favorisce Assicurazioni e Banche, purtroppo vengono colpiti solo i più deboli

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In un incontro della nostra Direzione provinciale si è deciso di analizzare a fondo il decreto legge del Governo di Mario Monti che certo non brilla per neutralità. Certo siamo consapevoli del grande impegno profuso dal Governo per fronteggiare la drammatica situazione del Paese e condividiamo che sono necessari degli sforzi per uscire dalla crisi. Ma, proprio perché pensionati, dipendenti e i piccoli imprenditori sono pronti a fare la loro parte per l’interesse generale del Paese, non possiamo non ribadire la nostra preoccupazione per una manovra che, sul fronte delle misure per lo sviluppo, è orientata a favorire alcuni settori già privilegiati che ci lasciano molto perplessi e preoccupati. In questa manovra, tra le pieghe delle tantissime misure rileviamo che chi più possiede non è tassato in modo equo. Sono i soliti errori di un Esecutivo che evidentemente non vuole rendersi conto della situazione reale del Paese. Infatti per l’ICI se la batosta arriva per tutti i cittadini senza alcuna eccezione con un aumento medio degli estimi del 60%, il Governo Monti ha pensato bene di colpire commercianti, artigiani, cittadini in genere e salvare da questo salasso banche ed assicurazioni la cui rivalutazione degli estimi salirà in termini percentuali del solo 20%, cioè due terzi in meno di quello che tocca a tutti gli altri comuni cittadini. Questa è giustizia sociale? Abbiamo proprio dei grandi dubbi su questa presa di posizione di Monti e Compagnia che favorisce chiaramente coloro i quali nella pratica hanno causato questa profondissima crisi. Quando qualcuno definisce questo esecutivo il Governo dei Banchieri forse non sbaglia, in quanto in questa manovra molti benestanti sono stati graziati, ha privilegiato infatti banche ed assicurazioni, aumentando la differenza di privilegi che già esistevano. Per fare un esempio, la vecchia rivalutazione catastale di banche e assicurazioni (e come loro tutti gli altri graziati) era al 50%, la metà rispetto a quella del mattone di un privato cittadino. Poiché le nuove rivalutazioni in termini percentuali sono addirittura inferiori per le categorie che già pagavano meno, i privati, i normali cittadini, oggi pagheranno una differenza ancora maggiore rispetto a quanto corrisposto precedentemente dalle banche.
I più abbienti, inoltre, con la nuova Imu rischiano addirittura di pagare di meno. Per i proprietari con redditi oltre i 100mila euro l’Imu diventerà addirittura più vantaggiosa dell’Ici. Nelle simulazioni realizzate, infatti, sono stati presi in esame quattro casi di proprietari con livelli di reddito crescenti (25mila euro, 50mila euro, 100mila euro, 150mila euro). Con l’attuale tassazione si è presa in esame una Ici con un’aliquota media che è pari a quella nazionale del 6,4 per mille, un’addizionale Irpef regionale dello 0,9% e un’addizionale Irpef Comunale dello 0,4 per cento. Nel caso dell’Imu, invece, è stata presa in esame un’aliquota media del 7,6 per mille ed una rivalutazione catastale del 60 per cento. In buona sostanza, la nuova Imu sarà praticamente una tassa piatta, che consentirà ai più ricchi, rispetto all’applicazione dell’Ici, aggravi di imposta più lievi man mano che cresce il reddito. Oltre i 100mila euro i proprietari di seconda casa pagheranno addirittura meno di quanto hanno pagato sinora con l’Ici. Speriamo che in fase di discussione il Parlamento applicherà quella giustizia sociale di cui oggi il Paese ha veramente bisogno per uscire concretamente da questo brutto tunnel.
Salvatore Lucà
Consigliere Provinciale CdD

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Author: ntacalabria

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