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Per la prima volta la Regione Calabria, nella persona di Riccardo Fatarella, direttore generale del Dipartimento Salute, ha annunciato la volontà di creare una sinergia con le associazioni di volontariato per dare un nuovo impulso allo sviluppo dei programmi di screening mammografici che sono stati riavviati proprio nelle ultime settimane. «Il nostro deve essere un lavoro di squadra» ha dichiarato Fatarella, «perché solo confrontandoci con le donne possiamo davvero imprimere un nuovo corso alla sanità calabrese».
Nella Giornata Internazionale per la Salute del Seno, 15 ottobre, organizzata in 47 paesi da Europa Donna, si è aperto un dialogo costruttivo tra Regione Calabria, medici e volontariato femminile all’Università della Magna Graecia di Catanzaro. Insieme alle numerose associazioni di pazienti c’erano anche i radiologi calabresi, presieduti da Oscar Tamburrini, ordinario di Radiologia dell’Ateneo.
«Abbiamo assistito oggi a un esempio di piena collaborazione tra comunità scientifica, volontariato e istituzioni» ha dichiarato Tamburrini, «ci rende particolarmente felici la piena condivisione da parte della Direzione regionale Salute degli orientamenti delle società scientifiche e delle associazioni femminili in tema di screening e Breast Unit».
“Per la giornata internazionale di sensibilizzazione alla prevenzione e all’importanza dello screening mammografico, abbiamo deciso di andare proprio in Calabria» ha dichiarato Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia «per sottolineare di fronte a operatori sanitari, pazienti, media e cittadinanza quanto non sia più tollerabile la disparità di prevenzione e cura tra Nord e Sud e per auspicare che proprio insieme si possa raggiungere presto l’equità di cure per tutte le donne italiane indipendentemente dalla loro regione di residenza».
In molte regioni del Sud infatti le percentuali di chiamata ed adesione allo screening mammografico permangono ben al di sotto del livello accettabile. In particolare le regioni più penalizzate sono la Campania, con un’adesione allo screening del 21%, la Calabria con il 28%, la Sicilia con il 34% (Dati PASSI – Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia 2011-14). «Siamo felici che il lavoro di squadra di oggi abbia ha già un primo appuntamento in agenda: il 7 novembre Fatarella ha convocato infatti una delegazione di volontarie per ascoltare le loro necessità ed iniziare a lavorare sulle priorità» ha aggiunto D’Antona.
“Noi volontarie siamo pronte a fare la nostra parte» ha dichiarato Annamaria Migale, presidente dell’associazione Alice di Lamezia Terme, una delle cinque associazioni di donne – pazienti e non – intervenute al convegno e collegata ad Europa Donna nell’opera di informazione e sensibilizzazione delle donne calabresi all’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, «purché tutte ricevano la lettera di invito e possano accedere facilmente in tutto il territorio calabrese a strutture adeguate e contare su personale qualificato».
«Alla Regione Calabria chiediamo anche che, in caso di diagnosi di tumore, le donne possano rivolgersi a centri di senologia multidisciplinari (Breast Unit) così come previsto dalle direttive ministeriali» ha dichiarato Vittoria Tolomeo, presidente dell’associazione ARDOS (Catanzaro), «in Calabria abbiamo già alcune strutture che hanno la casistica e il personale per potersi organizzare in Breast Unit» ha osservato Fatarella «e la Direzione Salute si assume l’impegno di svilupparne almeno due in tempi brevi».
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