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In automobile
Guidare un’automobile ci trasforma. Percorrere la arcinota statale 106 è esercizio di pazienza, equilibrismi e grande attenzione. Di stranezze sulle strade se ne vedono dappertutto, anche ovviamante nella nostra meravigliosa Calabria Grecanica. Cosa ci colpisce, abituati ad altre realtà? Ca va sans dire, chi guida tenendo la destra, eufemismo per dire che si sta veramente molto a destra, mettendo le ruote addirittura aldilà della striscia continua che delimita la carreggiata per consentire ai tanti provetti piloti di formula uno di superarti.
50,70, 90
Leggi settanta, sembra novanta. Cinquanta vuol dire cinquanta, non sempre, tante volte sembra quasi sia da interpretare come velocità consigliata. Che confusione, ma tutto si aggiusta con la gentilezza che tanti automobilisti ti mostrano, soprattutto dove la carreggiata è stretta.
Spesso, guardando nello specchietto retrovisore vedi avvicinartisi auto, quasi come nel film “Duel”, in quel caso siamo nel deserto, sulle nostre strade c’è un po più di confusione! Gentilezza a profusione, si sta cosi vicini da parlarsi, per chiedere con gentilezza se fai strada, se ti fai superare nonostante ci sia poco spazio.
Smessi i panni da pilota, tutto cambia
Smessi i panni del pilota, senza differenze di sesso, è tutta un’altra storia. Si diventa altre persone, ció accade dappertutto, non è prerogativa calabrese, incredibile come si possa essere due persone in una.
Ogni volta che vengo in Calarbia (grecanica) incontro tante persone. Seppur conoscendo questa terra, standone lontano tanto tempo certi ricordi si annebbiano, altri si ingigantiscono, in tanti casi correndo il rischio di cadere, metaforicamente, sotto i colpi, durissimi, sferrati dai pregiudizi e dagli stereotipi.
Generosità
Generosità e gentilezza, al netto di quei momenti complicati quando si percorre la 106, ai miei occhi sono le due parole che meglio sintetizzano tanti calabresi.
Che poi gentilezza nei confronti del prossimo non è altro che generosità d’animo.
Son tanti gli incontri, molti casuali, che ti arricchiscono. Perlopiù col punto in comune di essere momenti di grande generosità.
Dalla grappa di ciliege offerta da Mimmo a Bova, al regalo di un anziano e brillante signore che sentito esservi un compleanno è corso a casa a prendere dei bergamotti per regalarceli. Al bar, anche lí dei regali. Quanti caffè ci sono stati offerti, al punto che in certe giornate ne avevamo bevuti cosi tanti da essere “ubriachi” di caffeina. Dalla ceramista, un pensierino. Dai fratelli anziani incontrati in un posto di montagna che, impietositi dalla nostra evidente incapacità nel farlo, ti tagliano il finocchietto selvatico, spiegandoti anche come prepararlo. L’amico di Brancaleone che si fa in quattro per noi, il tempo dedicato dalla giovane coppia di Bagaladi per spiegarci la loro attività di produttori di miele.
Non posso dimenticare di ricordare la grande disponibilità dei ristoranti, penso a me stesso, cliente complicato, dalle mille allergie.
Il vivaista
Una volta volevamo cambiare due piante davanti alla cappella privata di famiglia. Comprare le piante la parte più facile, ma come togliere quella vecchia, tagliare rami penzolanti, fare un buco più grande in terra, avendo solo tanta buona volontà? Nessun problema, il vivaista, a venti chilometri dal cimitero, ti presta quanto ti occorre, poi glieli restituisci.
Passeggi in paesini sperduti, pochi abitanti, tu sconosciuto, la generosità d’animo, la gentilezza, è comune denominatore.
Pregi e difetti, un esempio fiammingo
Quali che siano i motivi di tanta generosità, seduto al bar con mia moglie, facendo colazione, che bontà, spesso parliamo delle differenze tra i luoghi della nostra vita. Un pregio, la generosità calabrese. Un difetto,i fiamminghi che non sanno dire “buongiorno”, tema all’ordine del giorno sui media locali tanto importante da essere approfondito dagli studiosi.
Buongiorno a tutti!
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