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Professori, ingegneri, presidi di alta fattura, come il prof. Pepé Freno, artisti, giovani laureati, “Poeti in piazza”, quali Pasquale Favasuli, Bruno Lucisano, Totò Mediati- questi anche nelle vesti di Assessore alla Cultura del comune di Brancaleone-, uomini del popolo, socialisti, comunisti di vecchia data, tutta la Giunta di Brancaleone, guidata dal Sindaco avv. Moio, il sindaco e il vicesindaco del comune di Bruzzano dr. Francesco Cuzzola e Vincenzo Strati: questo il pubblico che ha affollato la sala-conferenze della locale Biblioteca “Cesare Pavese” ove ha avuto luogo un importante e innovativo convegno sul tema “Sotto le bandiere del meridionalismo” con la partecipazione del sen. Mommo Tripodi, del meridionalista Pasquino Crupi, dell’on. Michelangelo Tripodi, Segretario regionale dei Comunisti Italiani, Responsabile nazionale per il Mezzogiorno e Segretario Regionale del PdCI.
Ha presieduto i lavori Francesco Ciccione, della Sezione locale dei Comunisti Italiani che ha ringraziato i presenti e ha poi passato la parola al sen. Mommo Tripodi che ha ricordato la memoria dei fratelli Spinella, che fecero insieme ad altri comunisti e ai socialisti con la schiena diritta la storia civile di Brancaleone, avamposto avanzato nella lotta per conquistare umane condizioni di vita alle gelsominaie. Poi, è stata la volta di Pasquino Crupi, che ha sviluppato un percorso di ampio sviluppo storico: da Pasquale Villari ad Antonio Gramsci, da Guido Dorso a Fausto Gullo e Giacomo Mancini. Ma non come una sintesi cronologica, ma come un tappeto tematico dove ha steso con tranquilla conoscenza fatti e argomenti che indicano nel governo Berlusconi la contrarietà organica e sistematica a tutto ciò che di elevato ha prodotto il pensiero meridionalista. La conclusione allora: “ Comunisti per vocazione sono comunisti. Tutto il meridionalismo confluisce nel meridionalismo comunismo. Noi meridionali non possiamo non dirci meridionalisti. Se così è, non c’è scelta in queste elezioni regionali: si sta dalla parte dei meridionalisti, che si sono battuti per un Mezzogiorno produttivo e al Mezzogiorno hanno elevato un inno di civiltà; non si può stare dalla parte del Governo Berlusconi, dei suoi ministri, dei suoi ascari che vogliono un Mezzogiorno coloniale e il Mezzogiorno presentano come una palla di piombo, come una vergogna dell’Italia”.
Sono temi che tornano a riaffiorare negli interventi del sindaco di Brancaleone, Moio, del sindaco di Bruzzano, Cuzzola, del dr. Vincenzo De Angelis, della professoressa Miranda Carabetta.
Nelle conclusioni Michelangelo Tripodi ha sviluppato con una serrata e spietata analisi della vocazione antimeridionale del Governo Berlusconi. “Un governo, questo – ha detto- che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Ruba sull’Ici, ruba sulle risorse per le grandi infrastrutture, ruba addirittura sulle risorse per il mostruoso ponte sullo Stretto, mette le mani in tasca agli italiani, ai meridionali, ai calabresi attraverso l’imposizione indiretta, riduce allo stremo i pensionati. E, al massimo del suo cinismo, scende a Reggio e non dice una parola sulla disoccupazione, sul bisogno di lavoro, sui giovani che riprendono le vie dell’emigrazione”.
“Non c’era bisogno affatto- prosegue Michelangelo Tripodi- che il Governo scendesse a Reggio, debitamente blindata, come una città dell’Iraq, per recitare un rosario già conosciuto: quello dell’aumento delle forze dell’ordine, che è pure necessario, della reiterazione dell’agenzia della confisca dei beni mafiosi. Queste cose sono risapute. Ma che cosa si debba fare per combattere la disoccupazione, che è la madre di tutte le degenerazioni del tessuto democratico, nulla, nulla e poi nulla. Nulla sul rapporto mafia-politica. Tutto invece sulla correlazione infame, spregevole, razzista, che più sono gli immigrati e più aumentano i crimini – come ha detto Berlusconi”.
“Dobbiamo reagire contro il Governo del degrado del Mezzogiorno e della febbre razzista. Reagire significa combattere la diffusa sfiducia nel cambiamento che il Governo diffonde ogni giorno, presentando Berlusconi e i suoi plotoni come invincibili. Ma vero è che in Calabria e non solo in Calabria li abbiamo vinti Berlusconi e i suoi ascari. E torneremo a vincere per la Calabria, per il Mezzogiorno, per il nostro popolo”. Tale la conclusione che chiama i comunisti e i cittadini democratici alla mobilitazione e alla lotta.
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