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Di Stefano De Angelis
Sempre grandi emozioni al Caffè Letterario “Mario La Cava”: presentazione de “L’oscura traccia dell’umano” , di Salvatore Audino e Graziano De Giorgio, edito da Rubbettino.
Un libro associato a una mostra fotografica che ha visto riempire totalmente la sala. La fotografia come forma d’Arte attira la percezione della bellezza e delle sue infinite interpretazioni. Il Dr. Salvatore Audino attraverso il suo percorso di lavoro ed un’innata passione per la fotografia ha sottolineato il grande sforzo che ognuno di noi deve affrontare per dedicarsi a quella che non è solo passione ma un preciso messaggio in questa epoca così turbolenta. Non avere tempo sufficiente a disposizione per sviluppare ciò che riteniamo rappresentare la personale ricerca di un equilibrio interiore, ecco, il Dr Audino lo intuisce portando all’attenzione dell’osservatore il ruolo del buio presente in tutti questi suoi scatti. Il buio che associato ad una precisa scelta di utilizzare la rappresentazione orizzontale degli stessi scatti fotografici, significa rimettere il risultato finale al ruolo “del divenire ” dello stesso. Il buio è in stretta correlazione con la velocità delle azioni con cui dobbiamo cercare a tutti i costi di progettare il nostro futuro. Qui, il fotografo, decide , sì, di propendere per l’utilizzo della tecnologia ma non tanto da tornare a rivalutare l’intento delle emozioni umane. Questo, il Dr. Audino lo lascia intuire chiaramente quando esclude totalmente dagli scatti la presenza dell’ umana traccia: non si notano mai persone nella rappresentazione delle fotografie. Si denota invece l’utilizzo della luce artificiale, in tutte le sue forme e colori, nitide o sfocate, all’interno e all’esterno delle strutture statiche degli immobili. Le emozioni umane non possono essere lasciate alla staticità delle cose e degli eventi. Gli eventi si srotolano nel tempo attraverso le implicazioni delle nostre emozioni. Allora, personalmente, ho individuato un messaggio ancora più profondo che il Dr. Audino, credo, abbia voluto rivolgere alle nuove generazioni a cui, di fatto, il futuro appartiene. È un messaggio che contiene una domanda inconfutabile. La fotografia appartiene al Tempo (di uno scatto); qualora il buio e la velocità, in quanto aumento delle vibrazioni emozionali, influenzeranno la ricerca della bellezza, i giovani si avvieranno verso una espansione delle loro emozioni oppure si avvieranno verso la contrazione delle stesse privandosi e privandoci della Felicità in questo Universo di Vita?
Nell’ambito di questa serata culturale, il “momento dell’Arte” ha avuto la sua piena realizzazione” negli interventi del Dr. De Giorgio che ha ripercorso scientificamente ma anche storicamente considerazioni tali nell’individuare la struttura sia del pensiero sia del “divenire” che il Dr Audino si prefiggeva nel portare a compimento la sua opera fotografica. L’analisi puramente tecnica è stata invece avanzata e spiegata dalla D.ssa Cristina Caminiti esperta di fotografia che la vede collaborare direttamente all’interno dello stesso Caffè Letterario. In apertura del dibattito culturale da sottolineare l’intervento del Dr. Pino Macrì che ha sostenuto con il proprio personale pensiero un’accurata analisi sulla percezione di chi si trova nell’atto di recepire tutti gli elementi che coinvolgono l’osservatore, in qualità di testimone esterno alla fotografia e dunque al lavoro del Dr. Audino.
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