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E’ quella tirrenica, con 11502 ritrovamenti a fronte dei 5882 della jonica, la costa di mare calabrese più soggetta alla presenza di rifiuti spiaggiati. La maggior parte di questi rifiuti, rispettivamente il 90% sul Tirreno ed il 76% sullo Jonio, sono di materiale plastico e, in particolar modo, buste per la spesa, buste per l’immondizia, ma anche cannucce, posate e piatti di plastica, anelli di plastica di tappi di bottiglia e lattine, e diversi tipi di contenitori per alimenti.
E’ questo il risultato del monitoraggio, realizzato nel corso di un intero biennio, che l’unità organizzativa Marine Strategy dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), con sede operativa a Crotone e diretta dal dr. Emilio Cellini, ha svolto nell’ambito del più ampio programma guidato dal Ministero dell’Ambiente, e reso operativo dalle Arpa italiane, che esegue in Italia quanto disposto dall’Unione Europea con la Direttiva quadro 2008/56/CE denominata, appunto, Marine Strategy Framework Directive (MSFD) sulla Strategia per l’Ambiente Marino.
Quella della raccolta di dati sui rifiuti presenti sulle spiagge, che consente di acquisire informazioni preliminari ai fini dello studio di tale fenomeno, è il quarto dei nove moduli che costituiscono il Piano Operativo delle Attività dell’Arpacal per la sotto-regione Mare Ionio-Mediterraneo Centrale.
L’ obiettivo finale del Modulo 4 è di minimizzare la quantità di rifiuti spiaggiati al fine di ridurre gli effetti negativi sull’ambiente e le ricadute sul piano economico e sociale. Le attività prevedono una raccolta dati dei rifiuti marini presenti sulle spiagge calabresi, relativamente a quantità, trend e possibili fonti.
Le stazioni di monitoraggio previste dal Modulo 4 sono state posizionate sulla base delle indicazioni del Piano Operativo delle Attività (POA), cioè spiagge sabbiose o ghiaiose, esposte al mare aperto e da ripartirsi tra aree portuali (porto di Gioia Tauro e porto di Vibo Marina), urbane (Crotone e Catanzaro Lido) , focive (foce fiume Crati) e aree remote (Cetraro). Inoltre, al fine di assicurare una continuità nel tempo rispetto ad informazioni pregresse, le aree scelte rappresentano una selezione di quelle utilizzate durante i campionamenti effettuati nel 2014 nell’ambito dei Protocolli di intesa tra il Ministero dell’Ambiente e le Regioni, per l’esecuzione di attività di indagine integrative preliminari all’attuazione della Strategia Marina.
Dal 2015 al 2017, quindi, sono state monitorate le seguenti sei spiagge, di cui tre sul versante Ionico e tre sul Tirreno: Cassano allo Ionio (foce fiume Crati, CS), Crotone (foce fiume Neto, KR), Roccelletta di Borgia (foce fiume Corace, CZ), Gioia Tauro (foce fiume Petrace, RC), Vibo Marina (VV, zona porto) e Cetraro (CS, zona sotto Castello).
Le spiagge di riferimento sono monitorate 2 volte l’anno (primavera e autunno), mantenendo uno stacco temporale di circa 6 mesi tra un campionamento e l’altro; ogni spiaggia è suddivisa in tre unità di campionamento da 33 metri di lunghezza ciascuna. Vengono quindi censiti e conteggiati tutti gli elementi visibili sull’arenile di dimensioni superiori a 2,5 cm.
La quantità di rifiuti spiaggiati (n° rifiuti/100m), per quanto riguarda il versante ionico, è risultata compresa tra un minimo di 135 (Crotone, autunno 2016) e un massimo di 1873 (Roccelletta di Borgia, primavera 2016); mentre sul versante tirrenico è risultata compresa tra un minimo di 261 (Cetraro, 2017) e un massimo di 4150 (Vibo Marina, primavera 2016).
Categorie simili di rifiuto sono state accorpate all’interno delle seguenti macro-categorie: Plastica e Polistirene, Gomma, Tessuti, Carta/Cartone, Legno, Metallo, Vetro/Ceramica, Rifiuti Sanitari/Medici. La parte più consistente di rifiuti è sempre costituita da oggetti in plastica; a seguire, ma con ordini di grandezza notevolmente inferiori, si alternano oggetti in Vetro/Ceramica, Carta/Cartone, Metallo e Gomma.
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