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Pietro Vitelli, responsabile Altroconsumo Regione Calabria lancia un appello ai produttori calabresi e fa sapere che “la presenza di batteri con meccanismo di resistenza agli antibiotici, l’Escherichia coli, è in 25 campioni su 40. È un tassello della dimensione del fenomeno, strutturale nella filiera produttiva e globale per diffusione geografica: i prodotti alimentari viaggiano, trasformati o meno. Per sensibilizzare tale grave problema Altroconsumo invita i calabresi ad inviare una mail di massa per dire “Basta antibiotici nel piatto”.
Batteri resistenti agli antibiotici nella carne di pollo, in 25 campioni su 40, il 63%. Le analisi sono risultate positive ai batteri Escherichia coli resistenti agli antibiotici. Gli studi europei affermano che il 71% degli antibiotici venduti in Italia è per uso animale (dati Ecdc-Efsa-Ema) e il nostro paese è ancora al terzo posto per utilizzo negli allevamenti, dopo Spagna e Cipro (Ema). L’antibioticoresistenza è un problema di salute pubblica – prosegue Pietro Vitelli – di dimensioni globali, che passa per la tavola dei consumatori. Altroconsumo aderisce alla campagna Basta antibiotici nel piatto di Consumer International, che unisce le organizzazioni dei consumatori di tutto il mondo, invitando i consumatori a sollecitare produttori e distributori via mail”.
L’inchiesta di Altroconsumo ha fotografato il livello di salubrità della carne di pollo in distribuzione al consumatore in 20 punti vendita di Roma e altrettanti a Milano. I risultati ottenuti permettono di determinare il livello di resistenza attuale dei microrganismi agli antibiotici e di stimarne la resistenza in futuro, se non dovessero essere presi dei provvedimenti: il 19% dei batteri trovati è resistente alla Cefepime, antibiotico usato per curare le infezioni delle vie respiratorie e del tratto urinario. In futuro la resistenza potrebbe arrivare al 96%. I rischi e le conseguenze: se non si maneggia con cura e non si cuoce in modo adeguato la carne contaminata, i microrganismi resistenti potrebbero trasferire la loro forza ad altri batteri nel nostro organismo – magari più pericolosi – contro cui l’antibiotico potrebbe non essere più efficace.
Questa è l’antibioticoresistenza: l’uso eccessivo di questi medicinali negli allevamenti, unito al sovrautilizzo degli antibiotici anche quando il medico curante non ne prescriva l’assunzione, fa sì che i batteri si fortifichino imparando a sopravvivere. Una resistenza che, a catena, si può trasferire ad altri batteri con il rischio che gli antibiotici, farmaci essenziali per la cura delle infezioni, perdano efficacia. Problema strutturale del settore, non solo italiano: i risultati di un’analoga indagine svolta in Portogallo segnala l’85% dei campioni positivi al test dell’E.coli, in Spagna l’83%, in Belgio, il 76%.
L’Organizzazione mondiale della sanità segnala il rischio di un’era post-antibiotica, in cui infezioni comuni curabili per decenni, possono tornare a essere letali. L’adesione alla campagna Basta antibiotici nel piatto di Consumer International della principale organizzazione di consumatori italiana vuole spingere il pedale dell’acceleratore sul cambiamento: Altroconsumo ha già inviato lettere formali ai principali avicoltori e alle più importanti catene di distribuzione sollecitando la fine dell’abuso di antibiotici negli allevamenti, prevenendone l’utilizzo investendo sulla salute degli animali, garantendo buone condizioni igieniche e di vita a priori e non solo somministrando farmaci. “Tutti i consumatori – conclude Pietro Vitelli -, rivolgendosi anche ai calabresi, possono partecipare, inviando una mail – già compilata, con le richieste della campagna – ad allevatori e distributori. Sensibilizzare tutti sul tema di salute pubblica, contribuendo all’invio massiccio delle mail ai diretti responsabili, contribuirà a far cambiare le cose”.
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