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Per la prima volta nella quarantennale storia del più prestigioso riconoscimento della canzone d’autore italiana, la Calabria approda al Premio Tenco dove, da oggi 20 ottobre al 22, giocherà un ruolo di assoluto rilievo grazie anche a una serie di fortunate coincidenze. Innanzi tutto la decisione della direzione artistica del Club Tenco, guidato da Enrico De Angelis, di conferire il Premio Tenco alla carriera a Otello Profazio con una motivazione che merita di essere riportata per intero: “L’Italia cantata dal Sud non è solo il titolo di un memorabile disco di Otello Profazio ma la summa di una storia musicale e culturale iniziata nel lontano 1953, che negli anni ’60-70 fa di lui una delle figure fondamentali del nostro folk-revival. Non solo ricercatore della tradizione orale ma cantautore a tutti gli effetti, Profazio è attento ai miti arcaici come alle vicende contemporanee, secondo il sentire del popolo meridionale, ma insofferente alla retorica, all’autocommiserazione e al vittimismo. Come scrive Carlo Levi, in lui “l’eterna vicenda dei poveri e dei ricchi si dissolve in saggezza ironica e amara”.
A conferma che al Sud non si campa affatto solo d’aria”. In secondo luogo la Targa Tenco come migliore interprete assegnata a Peppe Voltarelli dalla Giuria del Premio, composta da oltre 230 critici musicali e del tutto indipendente nelle sue scelte dalla Direzione artistica del Club Tenco: una vittoria per molti versi insperata, dato che nella stessa sezione concorrevano artisti di prestigio come Francesco De Gregori, e che il più emblematico rappresentante della cosiddetta onda calabra si è conquistata con un’interpretazione magistrale che gli è valso il consenso della maggioranza dei giurati. Il 20 ottobre Otello Profazio e Peppe Voltarelli saranno così assieme sul palco dell’Ariston di Sanremo per offrire una rappresentazione in presa diretta del significato più profondo del progetto concretizzatosi nel cd-book “Voltarelli canta Profazio” pubblicato dalla Squilibri: stringere un patto tra generazioni diverse per restituire a un paese senza memoria, come il nostro, pezzi significativi della sua stessa storia culturale e cantare ancora le ferite sanguinolente della storia, il flagello della mafia, il dramma dell’emigrazione ma anche la consapevolezza e l’orgoglio di essere periferia che, in un panorama di tediosa uniformità, è anche un diritto da rivendicare e un valore da salvaguardare.
Nello stesso tempo, per tutta la durata della rassegna, dal 20 al 22 ottobre, al Teatro Ariston di Sanremo si potranno anche ammirare, nella mostra “Strappi e stratificazioni”, le opere artistiche che Anna e Rosaria Corcione hanno appositamente realizzato per il cd-book, rendendo a loro volta omaggio a un altro grande calabrese, Mimmo Rotella, che iniziava i suoi dècollages negli stessi anni in cui Profazio si accingeva a rivisitare, alla sua maniera, i repertori popolari. Nel giustapporre, fino a confonderli, i volti dei due protagonisti, nelle loro opere hanno dato corpo e sostanza a un ricongiungimento che, nella forma del frammento, serve a indicare tanto le affinità quanto le distanze tra i due cantori di un sud quasi pietrificato in una sorta di immobilità metafisica. Riconoscimenti che premiano anche l’impegno dell’editore Squilibri, che a Profazio ha dedicato tre libri e quattro CD e con Voltarelli ha inaugurato una nuova collana dedicata alla canzone d’autore, con un’attenzione tutt’altro che casuale alla Calabria: il direttore editoriale, infatti, è un altro calabrese, Domenico Ferraro, docente dell’università di Roma-Tor Vergata e direttore della Rete degli Archivi Sonori delle Musiche di Tradizione Orale, attiva già in cinque regioni (Abruzzo, Campania, Basilicata, Marche, Puglia e Umbria). Info: 06-44340148; info@squilibri.it; www.squilibri.it.
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