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Riceviamo e pubblichiamo:
La regione Calabria continua imperterrita nella sua avanzata, con la complicità dei sindacati “affidabili”, verso la nuova campagna elettorale.
Infatti, dopo gli scandali, a partire da quello del presidente della regionale Calabria, sono ancora tutti ai loro posti a distribuire fondi europei a ditte che nascono solo per poter accedere ai fondi, salvo dileguarsi subito dopo ottenuti i soldi, senza aver creato un solo posto di lavoro.
Ma c’è di più, lunedì 14 u.s. la “presidentessa” Stasi, a cui abbiamo chiesto un incontro, ha pensato bene di convocare esclusivamente i “suoi sindacati”, quelli, cioè, che la spalleggiano e dicono sempre di sì, per affrontare la questione dei pagamenti dei lavoratori di questa regione, escludendo proprio noi che l’incontro avevamo chiesto.
Gli LSU LPU, il personale in mobilità, i disoccupati, forestali di questa regione, che ormai sono allo stremo, devono questuare ogni mese quel poco di salario a loro destinato.
La situazione è drammatica, gli stessi sindaci della Calabria sono in ribellione visto che la giunta regionale ha dichiarato che “al momento, la disponibilità di cassa è pressoché nulla e pertanto urge adottare ogni provvedimento in grado di generare in tempi contenuti importanti flussi di cassa in ingresso”.
La USB si chiede come faranno i comuni che già non riescono a pagare i debiti accumulati negli anni e le spese correnti in materia di rifiuti? Dobbiamo aspettarci un’altra estate con la Calabria sommersa da rifiuti? O attueranno i soliti piani di emergenza e riempendo qualche polmone verde di immondizia?
E i provvedimenti urgenti per “generare importanti flussi di cassa”, significheranno nuove tasse per i calabresi?
Nelle more siamo certi che la giunta riuscirà ad individuare altri commissari ed “esperti in materia”, sempre a carico della collettività!
Il 18 luglio 2014, la USB, visto che scrivere non ha prodotto effetti, porterà nuovamente i lavoratori in piazza a Reggio Calabria e lì chiederà la convocazione direttamente a questa giunta regionale e saranno i lavoratori stessi a chiedere quali sono le prospettive per poter continuare a vivere in questa regione, poiché a loro, come a noi, poco importa di patti di stabilità e meccanismi vari concertati proprio con quei sindacati complici che avrebbero dovuto stare dalla parte dei lavoratori. A loro oggi interessa solo capire come riuscire a far sopravvivere le proprie famiglie.
Poi, quando la regione Calabria deciderà di confrontarsi con la USB, avremo la “presunzione” di spiegare come possono essere utilizzati i fondi europei (unici soldi freschi) e come farne strumento per creare vere opportunità lavorative, anziché essere utilizzarli per fare campagna elettorale o altro.
Federazione regionale USB Calabria
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