Unioni Civili, D’Ascola e Sacconi: “Family Day difende Costituzione”

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“La giornata del Family day difende l’unicità della famiglia eterosessuale, in quanto famiglia naturale fondata sul matrimonio. La sola riconosciuta dalla Costituzione, perchè orientata alla procreazione, al mantenimento, all’istruzione dei figli e alla tutela della maternità e quindi unica a meritare i benefici e le provvidenze che la legge le destina e che non possono esserle sottratte, distraendole a vantaggio di ogni altro genere di unioni (artt. 29, 30 31 cost.)”.

Lo affermano in una nota congiunta Maurizio Sacconi e Nico D’Ascola.

“L’accusa di aver voluto eccedere i limiti di una soluzione che avrebbe potuto essere condivisa da tutte le forze politiche è pure confermata dalla norma che legittimerebbe le adozioni omosessuali. L’adozione realizza infatti il diritto di un bambino ad avere una famiglia e non certo la pretesa di una coppia omosessuale ad averne la disponibilità. Peraltro l’art. 5 del ddl prelude alla creazione di una famiglia artificiale, analogamente a quanto fa l’orribile pratica dell’utero in affitto quanto alla maternità surrogata. Ci permettiamo di sottolineare che stiamo parlando da posizioni assolutamente laiche se pure nel malinteso, ma molto diffuso significato  che si attribuisce a questo termine.

E’ infatti un grossolano errore – proseguono Sacconi e D’Ascola –  pensare che una questione di straordinario interesse possa essere presentata come un conflitto tra clericali e progressisti. Chiunque, ma soprattutto il mondo che si definisce laico non può ritenersi disinteressato nei confronti di una drammatica rivoluzione legislativa che, se votata, inciderebbe profondamente sulla nostra società trasformandola, ma soprattutto modificando gli assetti all’interno dei quali i nostri figli saranno costretti a vivere. Chi conosce la storia sa perfettamente che questa non si sviluppa per accrescimenti lineari, ma implica anche drammatiche involuzioni. Reclamare soltanto la categoria del diritto, ignorando quella dei doveri non necessariamente comporta un effettivo progresso sociale.

Noi italiani – concludono i senatori –  dovremmo saperlo, esperti come siamo degli effetti disastrosi, che non riusciamo ancora a riparare, di tante iniziative che, presentate come eccezionalmente positive e sicuramente migliorative, hanno invece distrutto la nostra società. Qui rischiamo una drammatica replica di errori già commessi”.

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