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Dio sa quanto vorrei poter dire che mi sbaglio, che sarà un Natale splendido, all’insegna della tradizione, dove, almeno per qualche giorno, tutti diventiamo più buoni e ci sentiamo più fratelli. Uno di quei Natali di una volta insomma, debordante atmosfera e felicità. Sento, invece, – lo avverto nel cuore, nei comportamenti della gente, nell’aria – che sarà un Natale triste triste, che, probabilmente, gli anni avvenire sarà anche peggio. Lo strascico del COVID, la Guerra in Ucraina, il conflitto isdraelo/palestinese, il clima impazzito, i ghiacciai che si sciolgono, la fame nel mondo, il divario tra Oriente e Occidente! Non c’è pace in questo lembo d’universo, non c’è requie. Se solo ci fossimo resi conto per tempo quanto piccoli siamo diventati, quanto assurdi e distruttivi, forse lo spirito del vero Natale sarebbe tornato a farci visita quest’anno. Comunque sia, voglio vestirmi di allegria e porgere gli auguri a tutte le anime del mondo: ai cristiani, agli ortodossi, protestanti ecc. Un augurio che va dai più ricchi ai più poveri, dai Capi di Stato ai più miseri degli uomini, da chi non ha fatto la beneficenza a chi non la ha ricevuta. Auguri a tutte le anime della terra: ai malati, a chi soffre, a chi non c’è più; auguri (anche) a tutti i nostri amici coabitanti di questo mondo che sono stati o saranno abbandonati sul ciglio di una strada.
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