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Il Comitato della Proposta di Legge “Un cuore che batte” comunica a Presbiteri, Diaconi, Associazioni cattoliche e laici, che è attiva in tutti i Comuni italiani, la raccolta firme per un’importantissima Iniziativa Nazionale in Difesa della Vita.
Si chiede l’introduzione, nell’art. 14 della Legge 194 del 1978, del comma 1-bis, che prevede l’obbligo per il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza, di far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso.
Negli Stati in cui quest’obbligo è stato approvato, sono stati salvati migliaia di bambini.
La maggior parte delle volte, la donna intenzionata ad abortire, non è consapevole della gravità della sua scelta, perché è indotta a pensare che nel suo grembo ci sia solo un grumo di cellule. Nel suo grembo, c’è invece il cuore di suo figlio che batte, ed è obbligo giuridico e deontologico del medico che la donna riceva un valido consenso informato.
La dottrina cattolica, ci esorta a sostenere proposte mirate a limitare i danni di una legge abortista, quando non fosse possibile scongiurarla o abrogarla completamente. Così facendo si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui ( Evangelium Vitae, n. 73).
La Chiesa ha sempre preso una posizione chiara contro l’aborto, perché “Se i Vescovi italiani, insieme al Papa, prendono posizione contro l’iniqua legge che sancisce l’aborto, non è – come taluno insinua – per intromettersi nelle cose della politica. Essi adempiono semplicemente al loro ufficio di pastori, di servi e custodi della Verità da Dio rivelata e stampata nel cuore umano. Tacendo, sarebbero essi stessi condannati dal Signore…” (Papa Luciani).
Il diritto alla vita, che è il diritto fondamentale di tutti i diritti umani, è inviolabile ed è necessario che la società tutta si ponga a difesa della vita del concepito e del vero bene della donna, a maggior ragione è chiamato a mobilitarsi il cristiano, in quanto l’aborto viola il comandamento di non uccidere.
Per presentare questa importante proposta di Legge in Parlamento, è necessario raggiungere almeno 50.000 firme entro il 7 novembre 2023, ognuno deve firmare nel proprio Comune di Residenza.
I moduli e tutta la documentazione necessaria per l’attivazione della raccolta firme, sono stati inviati tramite PEC (posta elettronica certificata) in tutti i Comuni d’Italia.
E’ consigliato telefonare al proprio Comune di residenza, per sapere in quale ufficio e orari si può firmare. Se nel Comune di appartenenza non è stata ancora attivata la raccolta firme telefonare al 3467035866.
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