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Il boss Totò Riina é morto.
La morte é avvenuta questa mattina alle 3.37 ed in poco tempo ha fatto il giro del mondo. Il boss di Cosa Nostra si trovava presso il reparto detenuti dell’ospedale di Parma. Era entrato in coma dopo l’ultima operazione subita, la seconda in poche settimane.
Riina aveva appena compiuto ieri 87 anni. Giuseppe Salvatore, il figlio che ha scontato una pena di 8 anni per mafia, aveva pubblicato un post di auguri su Facebook per “celebrare” il momento.
Totò Riina ancora capo
Riina é morto dopo aver trascorso ben 24 nni di carcere al 41 bis per Riina. Nonostante tutto questo tempo in galera, gli inquirenti ancora ritengono che sia rimasto il capo di Cosa Nostra. La malattia lo aveva colpito negli ultimi anni. Tuttavia Riina aveva sempre mantenuto la sua luciditá e gli occhi glaciali. Non si era mai pentito non rivelando molti particolari sugli anni 90. E sul rapporto Stato-mafia sul quale gli investigatori ancora non riescono a svelare aspetti importanti.
Negli ultimi tempi le sue condizioni di salute erano peggiorate. I suoi legali avevano chiesto un differimento di pena per motivi di salute. La maggior parte dell’Italia si era indignata di fronte alla possibilitá della concessione degli arresti domiciliari. Non si poteva immaginare che un uomo come lui che stava scontanto 26 condanne all’ergastolo potesse trascorrere la sua malattia fuori dal carcere. L’istanza infatti era stata respinta nei mesi scorsi dal tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto a luglio. Tuttavia, nella giornata di ieri il ministro della Giustizia aveva concesso ai suoi familiari un incontro straordinario col boss.
Riina mai pentito
Riina stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino e quelli del ’93, nel Continente. Negli anni ’90 aveva deciso di lanciare un’offensiva armata contro lo Stato. Non si era mai pentito e davanti ai giudici era rimasto sempre muto. Ha iniziato a parlare soltanto tre anni fa durante l’oria d’aria nel carcere mentre discuteva con un vecchio amico-boss. Aveva confermato che era stato il responsabile dell’omicidio di Falcone. Inoltre, continuava a minacciare di morte i magistrati. Alla moglie lo scorso febbraio aveva voluto ribadire l’importanza della sua figura.
Il capo di Caso Nostra porta con se nella tomba molti segreti.
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