Sanità pubblica, Musolino: “Serve progetto di sviluppo serio”

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di Domenico Musolino

“Per uscire dalle sabbie mobili che hanno inghiottito la Sanità pubblica sono necessarie delle mirate, prioritarie e fattibili direttrici di sviluppo di grande impatto economico-sociale che coinvolgano tutto il territorio.

Al punto in cui si sono stabilizzate le situazioni economico- sociali della Calabria ed in particolare dell’Area Jonica (area Grecanica e Locride) non si riesce più a capire come realmente stanno le cose, regna sovrana la confusione che ormai rasenta la rassegnazione. Ma probabilmente è proprio a questo a cui mira la classe politica dominante delle lobby con l’acquiescenza supina della classe politica locale incapace di proporre un qualsiasi progetto serio e fattibile di sviluppo che vada in direzione dello sviluppo economico e sociale di tutto il territorio senza idioti e dannosi campanilismi, e senza fare la tragica fine dei polli ….di Renzo/i. Una classe politica incapace persino di organizzare una forte e compatta presenza istituzionale (i sindaci di tutto il comprensorio) difronte / dentro il palazzo del Governo Regionale e Nazionale. Con rabbia e dolore si è preso atto della frantumazione ed inefficienza dei Comitati dei Sindaci alla cui funzione e attività si erano legate tante speranze ; ed addirittura alcuni sindaci , fatto inaudito ed incredibile, non si sono messi accanto ai propri cittadini nelle manifestazioni popolari di protesta scegliendo, testardamente, ancora una volta, di dare ascolto alle cialtronerie e mirabolanti promesse di presidenti e commissari di turno. Ora è stata istituita la “Città metropolitana” tante aspettative già affogate nel mare melmoso nel quale il pesce grande mangia il pesce più piccolo e che per questo ha già acquisito le sembianze di un mostro famelico ed insaziabile.

Esempio classico di quella cortina fumogena delle riforme e che per effetto delle quali ritorna imperiosa la logica “gattopardesca” di Tancredi, nipote del principe di Salina: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Adesso con i “famigerati e squilibrati” patti di sviluppoterritoriali del Sud si è assistito inermi ed impotenti alle solite questue da parte delle amministrazioni comunali protese ad accaparrarsi e lottare “ per qualche dollaro in più …” ( pardon s’intende qualche euro, il far west non è ancora legalizzato). Ed ora che è arrivata, tramite i Patti suddetti, ( ma bisogna ancora vedere.. siamo nella fase delle promesse ) la solita elemosina dei contentini, dei contributi ( come l’ ex Opera Pia ) per riparare una strada, un vicolo, un lungomare, una scuola , un reparto ospedaliero ecc. ecc. , i rappresentanti del popolo “bue” sono messi a tacere e la propaganda governativa ha già spolverato le grancasse e i musicanti/politicanti al servizio del potere governativo battono forte e senza risparmio di energie, la classica danza tribale, sulla pelle dei tamburi ;ma è più giusto dire sulla pelle afflitta dei cittadini. Tutti i servizi per il cittadino e in tutti i settori sono ridotti al minino ed all’inefficienza più umiliante e vergognosa per non parlare della disoccupazione giovanile che è ormai paragonabile a parametri più imponenti dei paesi del terzo mondo, ma il settore che giace in uno stato di pre-morte( in penosa agonia ) è quello della Sanità . L’articolo 32 della Costituzione dichiara testualmente: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite ai cittadini………. “, ma purtroppo il cittadino è in balia della confusione più tragica per effetto di una politica senza progettualità, confusionaria e demagogica. Ed addirittura la Regione Calabria ha la sfacciataggine e l’arroganza di chiudere e di creare gravi problemi all’ ACE – Centro Medicina Solidale di Pellaro che è l’unica struttura sanitaria esistente che agisce ed opera in perfetta sintonia ed in armonia con il dettato Costituzionale e per avere giustizia si è dovuti ricorre in Tribunale.

<<A nostro parere – dichiara il responsabile del settore “sviluppo economico – sociale del territorio” del Comitato per la Difesa della Costituzione “O.L. Scalfaro”, l’ex sindacalista regionale e nazionale della CISL, Sebastiano Romeo – è necessario, e non più rinviabile, non sprecare risorse pubbliche (le tasse dei cittadini) per opere di impatto sociale irrilevante, come possono essere i pannicelli caldi (gli interventi a pioggia…elettorale…) che alleviano il dolore ma non guariscono mai e poi mai gli atavici mali che martellano e annichiliscono il nostro territorio>>.

<<Per quanto riguarda la gravissima “questione sul tappetto” :la Sanità pubblica – continua Romeo – riteniamo sia utile e necessario, e si abbia il coraggio civile e politico, di operare su progetti di sviluppo che abbiano impatto economico e sociale nel contesto di tutto il territorio individuando delle poche e prioritarie direttrici di intervento fattibili e prontamente realizzabili>>.

1) Non disperdere finanziamenti pensando a nuove edificazioni ( ..cattedrali sanitarie nel deserto ?? ) , è necessario rafforzate le buone strutture esistenti sul territorio ed investire i fondi disponibili nell’ attrezzare gli ospedali operanti nei singoli territori creando dei poli unici per patologia di alta specializzazione con ambulatori di accesso e Pronto Soccorso adeguato e qualificato ;
2) Istituire gli Stati Generali permanenti della Salute e della Sanità con un monitoraggio complessivo di tutte le criticità che si dovessero evidenziare con corsia privilegiata di intervento per sanarle ;
3) Che la Sanità sia l’ impegno specifico e primario e la occupazione ( in questo particolare e specifico settore ) e lo sviluppo dell’indotto (edilizi compresa) sia la logica e naturale conseguenza e non lo scopo principale ed ingannevole;
4) Personale sanitario, soprattutto a livello di primari e direttori sanitari ,con l’obbligo di rotazione, al massimo quinquennale, per evitare cristallizzazioni di potere e baronie;
5) Istituzione di un albo comunale degli “emigranti della salute “ e sconfiggere la logica imperante della speculazione delle strutture private a danni delle strutture pubbliche con adeguati mezzi di controllo a disposizione della Regione e del Ministero.

E siccome i destinatari di tali vitali ed importanti benefici sono tutti i cittadini e considerando che fino ad oggi ogni iniziativa per sensibilizzare la classe politica dirigente è risultata vana sarebbe il caso che i Sindaci di tutti i Distretti sanitari attivassero dei comitati d’emergenza e pronti, tutti assieme, a rassegnare le dimissioni, e che lo sfascio della Sanità e l’abbandono delle nostre realtà locali venga gestito dagli stessi autori di tale sfascio e della disgregazione del tessuto economico – sociale di queste realtà territoriali”.

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Author: Maristella Costarella

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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