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«La recente nomina di Antonio Belcastro a commissario dell’Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini di Catanzaro prova la continuità tra la giunta di Peppe Scopelliti il reggino e quella di Mario Oliverio il silano, che dunque diventa giunta Scopellerio».
Lo dichiara la deputata M5s Dalila Nesci, prima della visita odierna all’ospedale di Castrovillari (Cosenza), prevista nel giro della parlamentare per le sedi della sanità calabrese. La deputata prosegue: «Con la nomina di Belcastro, il manager dei topini di Report, lascino per sempre ogni speranza quanti si aspettavano discontinuità da parte di Oliverio, che alla guida del dipartimento Salute si è tenuto quel Bruno Zito, uomo di Scopelliti, dissolutore della Fondazione Campanella ed estensore del famoso decreto di favore per la sanità privata, scritto alla faccia dei ministeri dell’Economia e della Salute. Nell’agosto scorso – prosegue la parlamentare – solo noi avevamo tuonato contro la nomina alla guida della Mater Domini, da parte della giunta Stasi di centrodestra, dello stesso Antonio Belcastro, già vertice della Fondazione Campanella quando le furono trasferiti i reparti non oncologici dell’ospedale universitario Mater Domini, vicenda che provocò la morte del polo oncologico».
«Nella sanità calabrese – incalza l’esponente M5s – occorre sganciarsi dagli apparati di potere come l’Università di Catanzaro, che ha un ruolo chiave nella fine della Campanella e che continua a ricevere finanziamenti regionali indipendentemente dalle prestazioni erogate, con uno spreco pubblico di 30 mila euro al giorno». «Oliverio – conclude Nesci – si è fatto sordo a tutti i nostri appelli e suggerimenti. Egli condusse la sua campagna elettorale promettendo discontinuità, ma oggi dipende da quei potentati e burocrati che hanno causato il fallimento della Regione, specie nella sanità. In quanto al commissario per il rientro, Massimo Scura, non faccia il Ponzio Pilato e si assuma la responsabilità morale e giuridica di convalidare le nomine della giunta Oliverio, perché il tavolo Massicci prevedeva tale obbligo. Sulla vicenda Belcastro presenteremo subito esposti e interrogazioni».
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