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Abbinare con creatività l’innovazione con la natura, il paesaggio e l’identità del territorio. È la strada che i giovani calabresi devono seguire per darsi un futuro e per darne uno di sviluppo ad una propria terra che vogliono vivere e non abbandonare. Ed è l’imperativo morale e politico che chi ambisce a guidare la Regione ed esserne classe dirigente deve sentire dentro di sé e rispettare nella propria attività amministrativa. Creatività, innovazione e territorio, dunque, sono fondamentali per creare occupazione e sviluppo in Calabria.
In tale prospettiva, strategiche sono le startup. In proposito, è bene citare un recente dossier che ha mostrato “luci” ed “ombre” nell’ambito delle stesse startup e delle imprese innovative in Italia nel 2013. Tra le “luci”, le 2.583 startup innovative registrate nell’apposito registro nazionale (+600% rispetto al 2012); le 8mila circa persone che vi lavorano a vario titolo; i 300 milioni di euro circa di fatturato; i 30 incubatori presenti sul territorio nazionale. Tra le “ombre”, l’80% di tasso di fallimento nei primi 4 anni di vita; le sole 58 nuove aziende innovative in tutta la Calabria, sebbene negli ultimi anni ne siano sorte molte “di fatto” e non riconosciute burocraticamente; le 11 che resterebbero se si continuerà a seguire il trend nazionale; gli zero incubatori registrati presenti in Calabria. Numeri che dimostrano le potenzialità, così come le difficoltà. Specialmente in una Calabria che potrebbe sviluppare questa tipologia di imprese in settori come turismo, cultura, agricoltura ed energie rinnovabili. Per fare in modo che ciò avvenga, occorre una radicale inversione di tendenza che al momento è negativa nonostante la presenza di qualche esperienza positiva.
Dunque, occorre sostenere le migliori intelligenze che, se non vanno via, sono costrette ad essere frenate o, addirittura, bloccate dalla ndrangheta; dal malaffare; da una classe dirigente e da una burocrazia miopi ed inefficienti, specialmente nella programmazione e nella gestione dei fondi comunitari e nazionali, anche in relazione a certi “pseudo” incubatori di imprese che non danno risultati; da un territorio scarsamente infrastrutturato e dotato di servizi. È soprattutto in questo comparto che con impegno farò valere la mia esperienza in materia, consolidata tra aziende innovative ed incubatori di impresa; tra marketing e customer relationship management, anche nella società inglese “Tisettanta” e l’azienda di bioedilizia “Laboratorigreen” che gestisco e che presto diventerà una startup moderna e creativa. Insomma, da anni do il massimo per sviluppare a Reggio e nel resto della Calabria e del Mezzogiorno una cultura e una pratica dell’innovazione che porti occupazione, sviluppo, etica e rispetto di natura e territorio. E continuerò a farlo se i cittadini mi daranno fiducia, quindi l’onore e l’onere di essere consigliere regionale, avendo ben in testa l’obiettivo di ridurre allo 0% il tasso di mortalità delle startup, quindi per mantenere e, anzi, incrementare questi concreti strumenti di lavoro e crescita utili anche al contrasto alla ndrangheta e alla valorizzazione dell’identità calabrese. Per far in modo, invece, che sia una Calabria tutta da vivere.
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