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Tra le città d’Italia in continua crescita per numero di persone atee c’è Reggio Calabria. Un’evoluzione dal punto di vista cognitivo, con un risveglio delle coscienze che sta portando i cittadini a prendere posizioni filosofiche, al passo coi tempi e che sono scandite dal processo di secolarizzazione sempre più in fase avanzata, rispetto alle loro credenze. Lo si è visto anche in questo periodo natalizio, sempre meno gente nelle chiese per la messa di natale.
Si parla di un tasso del 18% in meno dello scorso anno e del 39% degli ultimi 3 anni. Questo sta a significare che oltre al mutamento sociale, i cittadini, vessati da tributi disonesti e discriminati dagli abusi economici che il Vaticano impone nelle tasche degli italiani, stanchi di sentir le solite litanie liturgiche e arrabbiati per l’opulenza cui il clero si permette di avere in tempi di crisi, hanno risvegliato il proprio io e stanno aprendo un po’ la mente verso una posizione di non credenza, una posizione filosofica atea, ovvero vivere senza dio o nel senso più ampio del termine vivere senza un amico immaginario.
Questo mutamento riguarda in buona parte il ceto giovanile della città, i giovani tra i 14 e i 18 anni che si professano atei sono il 37%, invece i giovani tra i 18 e i 30 anni sono il 29%, mentre le classi d’età che vanno dai 30 ai 50 anni sono appena un 16%. Un risultato importante anche grazie all’Associazione UAER, l’Unione Atei Emancipati Razionalisti, nata proprio a Reggio Calabria, di cui spesso si sente parlare sui Social Media e che si sta prodigando per rispolverare le coscienze ed evitare ogni forma di indottrinamento degli individui. Adesso non rimane che eguagliare il primato in virtù del nuovo anno che aprirà una nuova competizione con le altre città d’Italia per chi avrà la percentuale più alta di cittadini atei, competizione che a sua volta si andrà a svolgere con gli altri Stati del mondo.
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