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Riceviamo e pubblichiamo da Associazione Culturale Jonica
“Prima di procedere, come da comunicato dell’Isis, all’abbattimento della Casa Bianca, della torre del Big Bang a Londra, della Tour Eiffel, e del Colosseo a Roma, la nota confraternita musulmana ha voluto compiere una scorreria di prova ed esercitazione in Calabria.
Cronaca dell’evento. Il manipolo di guastatori è sbarcato sulle rive di Metaponto. L’obiettivo era quello di radere al suolo le vestigia dell’arcaica città della Magna Grecia. Giunti sul posto armati di pesanti mazze e martelli pneumatici, sbigottiti, si sono resi conto di essere stati preceduti: tutto, sia i templi, sia la città, erano già stati spianati fino alle fondamenta.
Allora, testardi, si sono reimbarcati fino alla spiaggia di Sibari. Qui hanno trovato tutto sepolto nel fango ed un soprintendente che, fischiettando, con paletta e secchiello, costruiva castelli in aria sulle rovine sepolte.
Rapida riunione strategica. Alternativa: assaltiamo il museo!. Dopo aver vagato invano, vista la mancanza di indicazioni visibili, alla ricerca della costruzione, hanno provato a chiedere indicazioni ad un semplice passante che, dopo averli guardati stupefatto, ha pronunciato un esauriente: “Boh?”.
Dopo un ulteriore vagare nella Piana di Sibari, hanno chiesto ad un altra persona del luogo che ha riposto: “xuirt ndiogu argisfr ncoiù abrxus”: purtroppo si trattava di un affiliato alla ‘ndrangheta che si esprimeva in un idioma incomprensibile ai non appartenenti alla cosca.
Più avanti, un signore che aveva appena terminato un comizio politico, è sembrato loro un eminente e preparato interlocutore. Questi, dopo aver ascoltato la domanda, gli ha detto che per l’informazione avrebbero dovuto versargli duemila euro in contanti. Purtroppo gli sciagurati avevano lasciato i portafogli a bordo del mezzo da sbarco.
Il Comune! Come non averci pensato prima! Lì avrebbero saputo l’ubicazione del Museo Archeologico. Accolti nella Hall da un gentile addetto al centralino ed alle Pubbliche Relazioni, purtroppo sordomuto dalla nascita, sono stati erroneamente, ma premurosamente, accompagnati, visti i loro turbanti e vestaglie fino alle caviglie, fino ai bagni delle signore.
L’incursione è così miseramente fallita. Senza nemmeno poter fare la pipì, vista l’interminabile fila di turisti alle toilettes che avevano percorso lo stesso straziante itinerario. Il commando ha quindi dovuto ripercorrere mestamente a ritroso la piana che aveva prima così baldanzosamente attraversato. “Il Crati mormorò: non passa lo straniero, zum zum!”
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