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Infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia, confermate condanne
La corte d’assise d’appello di Milano ha confermato, con lievi riduzioni di pena, le condanne fino a 20 anni di reclusione inflitte in primo grado a una quarantina di imputati nel processo con rito ordinario nato dall’inchiesta “Infinito”.
Tra gli imputati il presunto boss Pino Neri, al quale è stata confermata la condanna a 18 anni di reclusione, che per l’accusa ricoprì il ruolo di ‘reggente’ nelle fasi successive all’omicidio del ‘capo dei capi’ in Lombardia, Carmelo Novella, assassinato il 14 luglio 2008, con il compito di riorganizzare le ‘locali’ della ‘ndrangheta nella Regione.
Fu proprio Neri, nel 2009, a presiedere il summit nel circolo Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano per che portò alla nomina di Pasquale Zappia ai vertici dell’organizzazione criminale nella regione.
Pena ridotta di un anno, da 13 a 12 anni di reclusione, per l’ex dirigente della Asl di Pavia Carlo Chiriaco e confermata invece la condanna a 13 anni e 6 mesi di carcere per l’ex carabiniere Michele Berlingieri.
Ridotta la pena per il presunto boss Vincenzo Novella, figlio di Carmelo Novella: da 16 anni a 13 anni e 10 mesi.
Lieve riduzione, di nove mesi, anche della condanna a 13 anni di carcere inflitta all’imprenditore Ivano Perego.
Aumentata di un anno la pena per il presunto boss Pio Candeloro, che in primo grado aveva preso 20 anni di reclusione.
La Corte d’Assise d’Appello ha confermato anche il risarcimento da un milione e 200mila euro a favore della Regione Lombardia, di 500mila euro per la presidenza del Consiglio e di 300mila euro per ognuna delle altre parti civili: i Comuni di Bollate, Pavia, Seregno e Desio, la Provincia di Monza-Brianza.
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