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Quando Otello Profazio iniziava la sua carriera artistica, il festival di Sanremo contava appena tre anni di vita, i dischi erano a 78 giri e la televisione non era ancora nata. Mentre nelle canzoni dell’epoca poco o nulla trapelava dell’Italia vera, ingombra delle macerie della guerra e flagellata da un’emigrazione biblica, il suo esordio discografico,‘U ciucciu, cantava le vicende di un uomo che, ancor più della moglie, rimpiange il suo asino, animale per definizione prosaico e legato al mondo della terra. Aveva così inizio una carriera che, da più di mezzo secolo, costituisce un fenomeno unico nel panorama italiano. La fantasia visionaria delle storie e leggende del Sud, un moderno cantastorie capace di coniugare impegno e ironia ma anche di esaltare pagine di grandissima poesia.
E a distanza di tanti anni ancora Otello dimostra di essere sulla scena e di meritare grandi elogi e riconoscimenti, è notizia di poche ore che Stan Ridgway, Otello Profazio e Sergio Staino sono i Premi Tenco 2016 che saranno consegnati durante la quarantesima edizione della “Rassegna della canzone d’autore”, in programma dal 20 al 22 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo.
La “Rassegna della canzone d’autore“, comunemente chiamata “Premio Tenco” è un festival di alta qualità artistica, culturale e tecnica, che dal 1974 si tiene annualmente a Sanremo. Una manifestazione unica in Europa e forse al mondo alla quale vengono invitati i più interessanti cantanti-autori italiani e stranieri. La rassegna è anche un’occasione di incontro e di amicizia fra artisti e operatori della musica per confrontarsi, discutere e stringere piacevoli rapporti umani durante tre giorni e tre notti di attività a tempo pieno. Ogni anno vengono assegnati i “Premi Tenco” a uno o più grandi artisti di livello mondiale che si siano particolarmente distinti nel corso della carriera, e che partecipano alla Rassegna con un breve concerto.
Otello Profazio, ha saputo come pochi raccontare l’anima del Sud italiano con fantasia, ironia e amarezza. Maestro, esecutore, compositore e ricercatore nato a Rende nel 1934, ha iniziato la sua attività nei primi anni sessanta, ha rappresentato un efficace compromesso tra un modo di riproporre la canzone popolare con rigorosi criteri di fedeltà filologica e un tentativo di personalizzazione, sempre nei limiti del buon gusto, del materiale canoro tradizionale. Ospite fisso in Rai e in radio, partecipante al Disco per l’estate, al cantagiro, da lui noi non possiamo far altro che imparare sulla nostra terra, ascoltandolo con l’entusiasmo con cui si ascolta un racconto d’altri tempi.
E’ considerato a ragion veduta il più grande esponente del panorama Folk-popolare d’Italia e questo riconoscimento ne è una conferma. Tra i grandi quando la musica “cantautorale” era fatta da Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Tenco… portatore in Rai di un modo diverso di raccontare il territorio.
Con “Qua si campa d’aria”, detiene il primato come LP di musica popolare premiato con il Disco d’oro (ancora unico caso), in cui lo scetticismo verso le mirabili sorti riservate al meridione nei tanti interventi speciali si combina alla perfezione con la sferzante considerazione dei vizi atavici di tanti meridionali sui quali la peggiore classe politica del paese ha per decenni fondato i propri alibi.
La notizia arriva proprio alla vigilia della presentazione ufficiale del suo nuovo lavoro discografico – prodotto dalla Marasco Comunicazione – “LA BALLATA DEL BERGAMOTTO..e tante altre vecchie, nuove e di mezzo tempo..” dove Otello propone alcuni inediti e vecchi suoi successi riarrangiati. E’ la conferma che il grande cantastorie ha ancora molto da dire e da far conoscere ad un pubblico che continua ad apprezzarlo anche nei suoi tanti concerti dal vivo dove la parola e la voce sono i protagonisti di un racconto che vuole essere di conoscenza e di riflessione anche e soprattutto per le nuove generazioni. Potremmo ammirarlo dal vivo ad esempio il 17 Agosto a Santa Severina in occasione del Premio Manente 2016 e il 10 Settembre a Reggio Calabria per la sua tradizionale “Penultima Sagra del Cantastorie”.
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