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Fisioterapista della nazionale di calcio a 5 del Vietnam. Nuova esperienza all’estero per Oreste Aguglia, nativo di San Lorenzo Marina, in provincial di Reggio Calabria, ma dal alcuni anno all’estero.
Dopo una carriera come calciatore, con varie presenza fino alla Serie D italiana e in Spagna tercera division, Aguglia ha intrapreso la carriera da fisioterapista in Spagna. Adesso per lui l‘esperienza in Vietnam.
(nella foto il terzo da destra)
Come hai appreso questa importante novitá nella nazionale di futsal del Vietnam?
Direi che è stato destino , doveva succedere. Nei miei anni a Murcia, in Spagna, ho avuto la fortuna di conoscere tante persone, di continuare a giocare a calcio a un buon livello e lavorare in strutture importanti. L’anno scorso sono stato il fisioterapista della squadra Ucam Murcia, formazione dell’Universitá dove ho studiato.
E nel frattempo ho lavorato in un grande centro sportivo come allenatore e fisioterapista. Proprio in questo centro ho conosciuto un intera colonia di ragazzi argentini che mi hanno trattato come un fratello minore. E grazie a loro che ho conosciuto ad una leggenda del calcio a 5 a livello Mondiale, mister Diego Giustozzi, allenatore del Pozo Murcia ed ex campione del mondo 2016 con la nazionale Argentina. Ci ho fatto amicizia e sono diventato il suo fisioterapista. Ed eccomi, dopo un anno, qui con lui e il suo staff a fare questa esperienza incredibile.
Cosa ti aspetti da questa nuova avventura fuori dai confini italiani?
Mi aspetto di migliorare a livello professionale e umano. Già andare in Spagna che è relativamente vicina all’ Italia mi ha cambiato letteralmente la vita. Adesso, invece, che sono davvero dall’altra parte del mondo spero di crescere ancora di più. È sempre bello conoscere una nuova cultura e vedere posti nuovi.
Ed è grazie a questo lavoro ho la possibilità di viaggiare per il mondo e conoscere persone nuove. La speranza e l’obiettivo principale di quest’anno è quello di andare al Mondiale nel 2024. Stiamo facendo di tutto per preparare I ragazzi a compiere questa impresa.
Per te che sei stato un calciatore, come ti comporti con i giocatori adesso che sei “dall’altra parte”?
Diciamo che è uno dei motivi per il quale mi hanno scelto. Molte situazioni le ho giá vissute e quindi è più semplice adesso per me fare una diagnosi ed empatizzare con I ragazzi. Il mio atteggiamento con I giocatori è molto amichevole, come un fratello maggiore o minore. Penso che la figura del fisioterapista sia fondamentale in una squadra, perchè non siamo solo quelli che aggiustano parti del corpo; spesso e volentieri siamo psicologi e motivatori. Il calcio giocato già mi manca da morire e mi mancherà sempre, peró non potevo scegliere un’alternativa migliore.
Quali sono le differenze maggiori tra Vietnam e Europa, inteso Spagna e Italia dove hai vissuto?
Il mio primo mese in Vietnam è stato disastroso; se non fosse stato per la mia ragazza che mi sta dando una grande mano me ne sarei tornato a casa. Qui è tutto diverso, anche l’aria che respiri. Ti devi adattare al clima tropicale che é caldissimo, i tempi lentissimi per tutto, l’enorme caos che c’è per le strade, il cibo strano che é molto particolare. Senza contare la lingua incomprensibile perché qui si parla solo Vietnamita e poche persone conoscono l’inglese.
Però quando ti adatti e normalizzi il tutto, inizi a vedere le cose da un’altra prospettiva. Ti inizia a piacere e anche molto. Abbiamo conosciuto tante persone europee che ci hanno fatto conoscere posti che si avvicinano alla nostra cultura. Il clima adesso non è un problema e se pensi che è estate tutto l’anno e che stai sempre in ciabatte non è male. Inoltre, ho trovato una squadra di calcio con il quale gioco tutte le settimane un mini torneo vietnamita e il livello e più basso del nostro; pero non è male. Le differenze sono enormi peró ci si adatta a tutto e anche bene dipende da che prospettiva lo vedi.
Ti manca di piú l’Italia o la Spagna?
Dopo sei anni in Spagna posso affermare che mi manca tantissimo, soprattutto Malaga dove ho passato l’ultimo anno. Manca il sole e le spiagge enormi e soprattutto l’allegria e la spensieratezza delle persone. La Spagna penso sia il posto che si avvicina più all’Italia e l’Andalucia quello che si avvicina di più al sud Italia. Ma tutti sappiamo che casa è casa, e niente la potrà sostituire.
San Lorenzo Marina, il piccolo paese dove sono cresciuto, è e resterà sempre il mio posto sicuro. Non importa dove vivo, ma da sempre in estate e a Natale sento la necessità di tornare, di stare con la mia famiglia e i miei amici di una vita. Dopo qualche mese mi mancano cose al quale prima non facevo caso: il caffè espresso al bar, il vino a tavola, la passeggiata sul lungomare, la cucina di nonna, giocare a carte con gli amici o il solo parlare di cavolate seduti su una panchina. Casa è sempre casa.
Che obiettivi hai per il futuro?
Negli ultimi anni diciamo che ho imparato a pensare da Buddhista: vivere il presente e pensare poco a quello che succederà. Ovviamente l’obiettivo a breve termine è quello di andare al Mondiale; sarebbe un sogno. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma spero di restare nel mondo del calcio o del calcio a 5. Sono innamorato di questo sport da quando ero piccolo e voglio continuare a starci dentro. Valuterò tutte le occasioni che mi si presenteranno come ho fatto fino ad ora. Il sogno ovviamente è quello di avvicinarsi a casa, ma non mi dispiacerebbe conoscere posti nuovi. Più viaggio e piú sono curioso. E questo quello che più mi piace.
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