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«Reggio Calabria è matura per avere un Museo che racconti la storia della città. Lodevole, dunque, l’iniziativa che ha messo insieme alcune delle realtà più significative del territorio per la realizzazione del progetto».
Così il Direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino, interviene sulla proposta avanzata al Sindaco Falcomatà dal “Comitato Pro Museo Storico” costituito dall’associazione Amici del Museo, dalla Deputazione di Storia Patria, dal Touring Club Reggio, dal Lyons Host Reggio, dalla Fidapa Morgana, dall’Associazione Italiana dei Parchi Culturali, dal Soroptimist Club Reggio e dall’Associazione Pedagogica Italiana.
«Già dal 2015, sia in alcuni convegni che nel corso di un apposito evento proposto con gli “Amici del Museo”, avevo illustrato l’idea di valorizzazione in rete per la nascita di una realtà che documentasse la storia di Reggio dal Medioevo ai nostri giorni. Il lungo racconto attraverso cui si dipanano le trasformazioni della città necessita, oggi più che mai, di uno spazio fisico in cui rappresentarsi – continua il Direttore. Un luogo ove, ne sono certo, troverebbero degna collocazione anche numerosi reperti della collezione del MArRC custoditi nei depositi, accompagnati da video e da altre suggestive installazioni multimediali utili a raccontare i continui cambiamenti dell’immagine urbana di Reggio. E per colmare l’asse temporale che dalla fine dell’età classica giunge al Medioevo – aggiunge Malacrino – avevo scritto mesi fa al primo cittadino per proporre di fare dell’ex Roof Garden, una volta recuperato e restituito alla città, il naturale ampliamento del Museo Archeologico.
Oggi il Comitato propone l’ex Monastero della Visitazione quale luogo ideale per ospitare il Museo della Città. In un’ampia visione, si possono immaginare due realtà museali che, al di là del “dove” possano sorgere, eleverebbero per quantità e qualità il numero dei centri di promozione della cultura a Reggio. Ritengo, dunque, doveroso, mettere a disposizione del Comitato e della città intera il contributo scientifico e professionale di tutto lo staff del Museo per la realizzazione di questo importante progetto. Con il coinvolgimento degli attori sociali e dei tanti, numerosi giovani che si formano nelle nostre università e che potrebbero trovare occasione proficua di lavoro e di esperienza nella loro regione. Rimango convinto che se si lavorerà a tutti i livelli istituzionali e con comunione di intenti – conclude Malacrino – non solo sarà fruttuoso trasferire le conoscenze, ma soprattutto sarà più efficace ogni tentativo di crescita e sviluppo culturale del territorio».
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