Mandatoriccio, Bullismo e cyber-bullismo: i percorsi di legalità

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L’Istituto comprensivo Mandatoriccio ha realizzato un vero e proprio percorso di legalità su bullismo e cyber-bullismo. Un’azione che ha interessato tutti i plessi dislocati nei cinque comuni in cui opera: Calopezzati, Campana, Mandatoriccio, Pietrapaola e Scala Coeli. Gli alunni hanno avuto l’opportunità di interloquire con varie figure professionali. Nel corso dell’attività di sensibilizzazione tenuta nella sede centrale di Mandatoriccio, l’iniziativa è stata caratterizzata da un’interazione fra esperti: sono stati sviscerati i risvolti sociali, giuridici e psicologici, correlati al fenomeno del bullismo. I lavori sono stati coordinati dalla dirigente scolastica Mirella Pacifico, promotrice e organizzatrice dell’evento insieme ai docenti della scuola. La ds ha evidenziato l’importanza di una concreta sinergia fra le istituzioni e le agenzie educative di riferimento presenti nel territorio. Qual è il ruolo della scuola? “Il compito principale – ha affermato la dirigente dell’Atp, Ambito territoriale provinciale, di Cosenza, Loredana Giannicola – è di prevenire il verificarsi dei suddetti fenomeni. Tutto ruota su tre concetti principali: l’ascolto, la cura e la responsabilità educativa”. Il questore di Cosenza, Michele Maria Spina, ha evidenziato che “la pietra focale di ogni forma di legalità è il rispetto della propria persona e di quella altrui. Il bullo – ha proseguito il dottore Spina – compensa le proprie lacune affettive con la violenza e con la prepotenza”. Il comandante del reparto territoriale di Corigliano Rossano dei Carabinieri, Marco Gianluca Filippi, ha messo in risalto che “l’interazione tra generazioni è fondamentale per arginare il fenomeno del bullismo e cyber-bullismo. I più anziani, infatti, riescono a percepire prima il pericolo, mentre i giovani, seppur più esperti nell’uso delle nuove tecnologie, sono più facili prede di cattivi intenzionati”. Il sostituto commissario della Polizia di Stato Giancarlo Pullano ha messo in luce che in ognuno di noi sussiste una responsabilità civica e morale, quindi, tutti possiamo essere tutori della legalità, anche attraverso i nuovi strumenti tecnologici, come l’app youpol, con cui si possono denunciare reati perpetrati sul territorio nazionale. L’ispettore della Polizia di Stato, Antonella Stola, ha spiegato che il bullismo è un atto aggressivo psichico o fisico posto in essere da un soggetto nei confronti di un altro, riassumibile in fattispecie di reato quali minacce, percosse, danneggiamento etc. e che ha ripercussioni anche sul piano civilistico”. Il Commissario capo della Polizia di Stato Tiziana Scarpelli ha catturato l’attenzione dei ragazzi con l’esposizione di episodi di bullismo molto gravi, facendo notare le reazioni negative che tali fenomeno possono determinare nella la vittima. Toccante la testimonianza, dell’artista di string art Michele Straface, vittima di bullismo. “Ho rinunciato – ha affermato Straface – ad andare a scuola e a conseguire il diploma di maturità. Sono stato oggetto di derisione perché portavo gli apparecchi acustici”. La psicologa Valeria Pirillo ha fatto riferimento a un pensiero di Anna Frank: “Quello che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Il vicario generale della diocesi di Rossano – Cariati, don Giuseppe Straface, ha concluso lanciando un messaggio intriso di speranza: “La profondità del cristianesimo – ha affermato il presbitero – è che ognuno di noi è fratello e sorella dell’altro. Ciascuno è dono e va accettato per quello che è”. (Fonte: Istituto comprensivo Mandatoriccio / Comunicazione: Studio di Sociologia e comunicazione Dott. Antonio Iapichino).

 

 

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Author: Redazione_Cultura