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Al giorno d’oggi si sente parlare spesso di valorizzazione del lavoro, diritto ad una retribuzione adeguata, sostegni alle categorie deboli, efficienza del sistema sanitario, salvaguardia della salute e dell’ambiente e di tante, tantissime altre cose belle e nobili; e spesso la politica, i governi, le amministrazioni, gli organismi in genere che fanno attività di difesa e riconoscimento dei diritti umani si spendono con vigore e con abilità per cercare di attuare tutti i sistemi che possano migliorare la nostra vita e mettere in atto concretamente quelli che sono i buoni propositi tanto millantati.
Il problema è che poi, come spesso accade in generale, la teoria e le belle parole si vanno a scontrare con la cruda realtà dei fatti che sovente non consente purtroppo di dare seguito a quei buoni propositi tanto decantati.
Da qualche tempo ormai mi occupo di attività sindacale, ed in particolare la mia attenzione è mirata alla valorizzazione del lavoro e alla cultura del rispetto e della dignità del lavoro e del lavoratore; sono cose che sembrano scontate oggi nel 2023, dopo centinaia di battaglie e di conquiste, ma che in realtà, purtroppo, ancora non lo sono!
E non lo sono perché, nei decenni, talvolta, alle pur valide battaglie dialettiche non c’è stato un seguito concreto, perché chi doveva e poteva agire non lo ha fatto, o ha fatto finta di farlo e poi ha cambiato idea. Ogni epoca ha i suoi problemi e non è detto che le generazioni successive non possano avere problemi ancora più gravi ed insormontabili rispetto alle generazioni precedenti.
È evidente che c’è stato un immobilismo generale “di comodo” in cui la politica, alimentandosi delle belle parole e dei bei proclami che spesso attirano le masse, non ha avuto poi il coraggio di prendere iniziative forti, concrete, perché negli anni la politica in generale ha perso il suo vigore, i “credi politici” sono scomparsi, le ideologie sono quasi finite, e i partiti politici (tutti!) ce l’hanno messa tutta per fare in modo che ciò accadesse. C’è un disegno oscuro dietro tutto ciò!? Non lo so, può darsi! Ma il problema è che, purtroppo, ne andiamo di mezzo noi cittadini, lavoratori, uomini e donne di questo mondo!
Purtroppo negli anni si è venuto ad instaurare un sistema economico d’élite, che ha sempre più isolato e confinato il cittadino comune rispetto a quei pochi che nel mondo gestiscono la ricchezza e la redistribuiscono, ma purtroppo la redistribuiscono male e volutamente male! E, purtroppo, la politica negli anni ha fatto poco o nulla per cambiare questo sistema (anche se sicuramente non è facile farlo!), se non addirittura lo ha assecondato ed ha cercato di diventare essa stessa parte di questo sistema.
Se la “Oracle” (una multinazionale del settore informatico), giusto per fare un esempio concreto, dà 500 milioni di euro (si, 500 milioni di euro, non è un errore!) all’anno alla scuderia automobilistica di Formula 1 “RedBull Racing” per sponsorizzarla, vuol dire che questa azienda sicuramente guadagna molti soldi, ma vuol dire, soprattutto, che questa azienda dunque potrebbe, per esempio, pagare molto di più i propri dipendenti, o potrebbe, per esempio, far pagare molto meno i propri servizi ai suoi clienti, o potrebbe assumere più personale, e tutto ciò avrebbe una grandissima ricaduta positiva su cittadini e lavoratori che potrebbero a loro volta reinvestire questa ricchezza ricevuta.
È di pochi giorni fa la notizia di una ragazza di 26 anni morta “a causa del troppo lavoro”, si, proprio così! Dopo che era stata costretta a fare turni massacranti a lavoro, turni notturni uno dietro l’altro gestendo da sola 28 pazienti e andando in crisi di panico (come può succedere a chiunque, perché non siamo macchine ma esseri umani fragili e soggetti a stress!), ritornando da lavoro ormai esausta, come aveva detto anche al suo fidanzato e ad una amica prima di mettersi in auto per tornare a casa, è andata a sbattere da sola contro un palo della luce morendo. Perché ormai i lavoratori vengono considerati come oggetti, come macchine! Viene chiesto loro anche l’impossibile perché purtroppo, non si sa come mai, non si possono mai fare nuove assunzioni, mai aumentare il personale, mai distribuire il lavoro in modo corretto! Forse perché chi dovrebbe farlo pensa a spendere i soldi necessari a ciò per fare altro!?
Questo è il punto! La redistribuzione della ricchezza è fatta male proprio da chi sarebbe incaricato a farla. Ecco il mondo alla rovescia di cui parlo nel titolo! Se pensate che, tornado all’esempio di prima, 500 milioni di euro, secondo alcune stime, è più o meno la somma che servirebbe attualmente al governo italiano per ridurre di circa 20 centesimi al litro il prezzo dei carburanti in Italia per un anno, credo si possa comprendere che nel mondo c’è una distribuzione della ricchezza che non mi pare sia molto corretta, che non mi pare sia nelle mani più giuste!
Potrei continuare con altri esempi simili di molte altre aziende che elargiscono milioni e milioni di euro per sponsorizzazioni, o cose futili e poi magari danno trattamenti economici a malapena sufficienti ai propri dipendenti. Con questo, attenzione, non voglio dire che non bisogna incentivare lo sport, le attività ludiche e ricreative, ecc., ma bisogna stabilire delle regole internazionali, dei limiti da non superare, dei parametri all’interno dei quali si deve rimanere per poter essere credibili e virtuosi. E la politica in queste cose deve intervenire, altrimenti vuol dire che serve a poco, che non ha veramente il potere che sostiene di avere.
Un altro esempio che mi vien da fare per far capire che ormai il mondo di oggi, come sostengo io, è un mondo alla rovescia, ha a che fare con la salvaguardia dell’ambiente, tanto millantata oggi da tutti.
Ormai nel mondo chiunque deve trovare il modo per sostituire le nostre care auto alimentate a carburanti fossili con quelle elettriche, perché pare che l’unica e sola causa dell’inquinamento mondiale siano le auto a benzina e gasolio, quando poi, dopo accurate analisi e ricerche, pare che sia proprio l’auto elettrica l’autoveicolo più inquinante in assoluto. È così! Vedete che è davvero un mondo alla rovescia questo!?
È stato stimato che un’auto a benzina produrrebbe circa 50 tonnellate di sostanze inquinanti in media durante un suo ciclo di vita, mentre un’auto elettrica addirittura in tutto il suo ciclo vitale produrrebbe circa sette milioni di tonnellate di inquinanti. Guardate che, purtroppo, questa è la realtà, non sono invenzioni. Eppure le masse continuano a sostenere che bisogna passare all’auto elettrica per salvare il mondo quando, con molta probabilità, se tutte le vetture del mondo oggi fossero elettriche, il mondo collasserebbe all’istante!
È superfluo che continui in questi esempi per far capire il mio pensiero, credo che sia ormai molto chiaro. Ne vien fuori, dunque, un “mondo ipocrita”, un “mondo alla rovescia”, dove tutti cercano nelle intenzioni di attuare sistemi che migliorino le condizioni dell’uomo e del mondo, ma nella realtà dei fatti questi sistemi spesso le peggiorano e lo fanno anche in modo subdolo e volutamente ingannatore! È un po’ come l’effetto, mi si consenta il paragone, di quella medicina che, usata per sconfiggere una determinata malattia, in realtà poi produce degli effetti collaterali che sono addirittura ben più gravi della malattia iniziale che dovrebbe curare!
Purtroppo la situazione è molto complessa e non è facile far cambiare determinate idee e determinati meccanismi che sempre più, attraverso vari espedienti, si radicano nella mente umana. Bisogna partire certo sempre da noi stessi per cambiare le cose, dobbiamo avere la forza ed il coraggio di capire qual è la verità, di riconoscerla e di saperla difendere da ogni attacco. Bisognerebbe, però, anche ricostruire una nuova politica, una politica che non sia solo ricerca del bacino elettorale ogni qual volta si presenta una elezione, ma una politica che sappia risolvere i problemi, una politica che agisca a livello internazionale per regolare e correggere determinati sistemi che non possono essere concepiti per rispetto all’intelligenza, all’onestà e alla dignità di ogni uomo del mondo, una politica che sia al servizio del lavoro e dei lavoratori, dei disagiati e degli emarginati, una politica che deve “servire” e non “servirsi”, una politica che miri a riportare dritto un mondo che sempre più sta andando alla rovescia!
di Giovanni Di Landro
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