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Sono ormai decine di miglia le visualizzazioni e le interazioni, in rete e sui social, che scandiscono il successo di “Lapamberu – La canzone dell’estate”. L’inaspettata popolarità dell’opera realizzata da Bruno Panuzzo è sancita, oltre che dall’immediatezza del brano, dal grande potere evocativo che traspare dall’elaborato in se. “Lapamberu”, interpretato in maniera valida e convincente dal promettente attore Bruno Musolino, non rappresenta il solito motivetto estivo asettico: imperniato da quell’immediatezza melodica dal sapore di “granita al limone”. L’elaborato audio – video si “sposta” oltre la spiaggia, oltre l’estate e la propria spensieratezza per collocarsi, in maniera precisa, all’interno di un contesto emozionale ben definito.
Emerge quindi l’omaggio di “Lapamberu” ad un determinato contesto storico: gli anni 90’ del secolo scorso. Ed ecco che dalle immagini, opportunamente “disturbate” per rendere un effetto televisivo vintage, emergono tutti gli aspetti che hanno caratterizzato quel decennio così vitale: da Italia 90’, alle feste sulla spiaggia (gli amici radunati intorno ad un falò, la chitarra classica “per dirsi che non è Francesca”), il Karaoke del grande Rosario Fiorello che “conquistava” le piazze e le famiglie televisive; il rigore di Baggio ad USA 94’ e tutti quegli aspetti umani e culturali legati all’ultimo decennio in cui il web ed i social erano solo illusioni utopiche e futuristiche. Era ancora l’Italia delle Piazze quella degli anni 90’, dei motorini senza casco e delle radio, che risuonavano all’interno delle camerette degli adolescenti di allora: irradiando per le strade i brani di Marco Masini e degli 883 (tra gli altri). Era, purtroppo, anche l’Italia delle stragi (Capaci e Via D’Amelio fra tutte) e del terrore che scaturì dal fragore di quelle bombe, le quali, strapparono alla Vita Uomini di Grande Valore come se ne conoscono pochi. L’Italia degli anni 90 fu segnata da scandali e processi (Mani Pulite); da crolli morali, materiali ed istituzionali.
Ovviamente il videoclip di Panuzzo non colloca in rilievo quest’ultima parte di eventi. No si pone questo obiettivo. L’opera pone, invece, l’accento su un problema minore, “atavico” e che s’ insidiava impietoso in molti degli adolescenti di allora: “la mancata conquista sentimentale durante il periodo estivo”. La bella stagione, per i teenager anni 90’, principiava con le classiche “buone aspettative” in campo affettivo. Tali aspettative venivano, ogni anno, puntualmente smentite dagli insuccessi e dagli eventi che rimandavano la cosa all’anno seguente. Il videoclip analizza proprio questo aspetto. Curioso ed atipico, ma, comunque, rilevante. Nell’opera, un po’ come per la “solitudine dei numeri primi”, il protagonista si porta sulla spiaggia desolata e bruciata dal sole. Innanzi annovera l’immensità del mare, ma dentro se sopraggiungono i ricordi, le frustrazioni e tutti quei “crucci” legati alla ragazza del cuore.
Quest’ultima, che aveva scelto una meta estiva diversa dall’anno precedente (prediligendo le località “esotice”, che proprio in quel decennio emergevano con forza) procura tristezza ed inquietudine al protagonista. L’opera evidenzia, altresì, il sogno che s’infrange, la solitudine (appunto) e la consapevolezza di dover prendere atto da una situazione negativa. Tra un’aranciata sotto il sole e la sigla del Festivalbar alla radio, il protagonista del videoclip lascia la spiaggia deluso e sconsolato. Egli diviene, probabilmente, consapevole nel dover affrontare il futuro in maniera diversa. La speranza, quindi, non viene meno.
I decenni successivi agli anni 90’ del 900, il conseguente e radicale “mutamento” della società si concretizzano, metaforicamente, nei “passi” di allontanamento dalla spiaggia compiti dal protagonista. Gli anni 90’, lontani dall’epoca dei “paninari” e della “Milano da bere” che avevano caratterizzato il decennio precedente, lasciano, oggi, la consapevolezza di un cambiamento radicale che non venne “avvertito in diretta” da quella o quelle generazioni. Dopo di allora nulla avrebbe avuto il medesimo significato! Comunque. Il brano “Lapamberu” è scritto ed interpretato da Bruno Panuzzo. Il pezzo è prodotto da Franco Poggiali per Atlantis.ba (Firenze). La parte video è stata, invece, filmata tra Parigi e le splendide spiagge di Roccella Jonica e Siderno in Calabria.
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