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“Sia la patria nei nostri cuori così come l’amicizia che deve necessariamente spingerci ad essere cavalieri, ossia persone nobili nell’animo, capaci di trasferire valori e sentimenti sempre ma soprattutto in questo tempo che stenta a guardare negli occhi il futuro e a camminare serenamente lungo la strada dell’oggi”.
Con queste parole il cav. Ottavio Sinicropi, Delegato Provinciale dell’Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche, con accanto la moglie Paola, ha dato il benvenuto ai nuovi soci che sono stati accolti nella grande famiglia dell’Anioc tra applausi ed emozione.
Si tratta di una nobile Associazione fondata nel 1949 dal conte Monzani al fine di mantenere tra gli insigniti il sentimento di patria e di fratellanza tra quanti intendono vivere esaltando le virtù umane e civiche. L’Associazione che oggi ha come Presidente Nazionale l’Onorevole Carlo Giovanardi e come segretario Maurizio Monzani, ha aperto le porte a nove calabresi che, tra cavalieri e soci, hanno intrapreso un percorso di amicizia, così come lo stesso Sinicropi ha sottolineato per essere nobili nell’animo, ossia capaci di donare il calore umano e i sentimenti a quanti tendono la mano.
Così Andrea Audino, Sandro Borruto, Demetrio Caccamo, Matteo Donato, Vincenzo D’Aguì, Mario Di Falco, Rosario Leocata, Vincenzo Malacrinò e Domenico Zoccali sono stati insigniti ufficialmente con distintivo e pergamena dal presidente Sinicropi e dal Segretario Giovanni Guerrera. Presenti anche il vicepresidente Francesco Rechichi e il terosiere Angelo Cristiano. Una serata emozionante, così come hanno affermato i soci, che già si sentono pronti per presentare alla società l’essenza della loro associazione carica di valori e di ideali, tutti da far vivere in modo particolare ai giovani.
Da qui la necessità di presentare presto attività culturali capaci di trasferire messaggi di pace, di amore, di uguaglianza e di patria.
E’ necessario, ha detto Sinicropi, ristabilire il delicato equilibrio e la fiducia tra lo Stato e i cittadini, spesso, purtroppo, traditi non dalla politica ma dal politico di turno che non ha intesto la missione del servizio così come dovrebbe ma in modo distorto ed arbitrario ha interpretato ciò che non è interpretabile poiché è solo per il bene pubblico che si deve lavorare così come la politica e la costituzione insegnano. Da qui la missione ai presente a voler diffondere in modo particolare tra i giovani sentimenti di fiducia nei confronti dello Stato e della patria che ora più che mai ha bisogno di essere vissuta con orgoglio da parte di ogni italiano.
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