La riflessione dello stimato professionista Giovanni Di Landro

Giovanni Di Landro

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Una riflessione di Giovanni Di Landro, noto e stimato professionista sanitario, poeta e scrittore cauloniese che, ormai da qualche tempo, preferisce condividere i propri pensieri e le proprie riflessioni, fiducioso che in qualche modo ciò possa servire ad aprire le menti ed a comprendere la realtà in cui viviamo.

“I giovani d’oggi non vogliono fare niente!”, “Eh… una volta si lavorava, ora nessuno vuole lavorare!”, “Eh… gli uomini di una volta erano migliori!”, “Ormai nessuno vuole più sporcarsi le mani!”, “Questi giovani d’oggi dovrebbero andare a zappare la terra come abbiamo fatto noi!”, queste e molte altre ancora sono le tipiche “frasi fatte” e i tipici “luoghi comuni” così banali, così superficiali e così insulsi che ancora oggi spesso sento dire da alcuni individui (fortunatamente non molti!) che hanno “qualche anno in più degli altri” sulla groppa. Io a volte vorrei lasciar perdere, vorrei far finta di non sentire, lungi da me il voler dare lezioni a chiunque, ma, come tutte le cose, anche la pazienza, come si sol dire, ha un limite, e vi posso garantire che prima di decidere di scrivere una mia riflessione questo limite lo faccio andare ben oltre la soglia di sopportazione e questa volta questa soglia è stata appunto ampiamente superata!
Non se ne può più al giorno d’oggi di ascoltare ancora queste sciatte frasi frutto di preconcetti che non hanno quasi nessun riscontro nella realtà e dobbiamo smetterla di avviare battaglie prive di qualsiasi senso e di qualsiasi utilità. I giovani oggi sono una risorsa importante come lo sono anche i vecchi (e voglio usare questo termine assolutamente senza tono offensivo, ma per parlare chiaro e deciso, come bisognerebbe sempre fare!) e non è vero che non vogliono fare niente, che non vogliono lavorare, che non vogliono zappare la terra, ecc. ecc. …
Io conosco giovani che a vent’anni si alzano alle sei di mattina, vanno a lavoro e ritornano alle nove di sera spesso senza soluzione di continuità lavorativa, conosco giovani che hanno avviato attività imprenditoriali con grandi sforzi e grandi sacrifici, conosco giovani che fanno più lavori per mantenere le loro famiglie, io stesso, per esempio, ho iniziato a lavorare a 22 anni e per un periodo della mia vita ho svolto anche due lavori e, lavorando da giovane, mi sono pagato le spese per conseguire una seconda laurea mentre lavoravo!
È riconosciuto e appurato dagli “addetti ai lavori” che i giovani italiani sono tra i più apprezzati al mondo nel mondo del lavoro! Basta dunque con questi soliti “luoghi comuni”!!! Mi verrebbe da dire: cambiate disco!!!

Certo, esistono i fannulloni, questo è ovvio! Nessuno vuole negarlo! Ma non tutti i giovani sono fannulloni, questo è il punto! Non bisogna fare, come si sol dire, di tutta l’erba un fascio, i fannulloni ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno sempre!
Mio padre e mio nonno, che ora non ci sono più, mi hanno raccontato di quanti fannulloni esistevano in paese 70 anni fa! Ne esistevano anche allora, forse più di oggi! Forse si è da esempio alle giovani generazioni solo dicendo loro che non vogliono far niente, che sono dei fannulloni e che dovrebbero andare a zappare la terra!? Questo è essere da esempio!? Voglio dire ad alcune persone (per fortuna poche!) che ancora oggi continuano a ripetere queste frasi senza senso di smetterla di ergersi a moralizzatori dei giovani senza averne alcun titolo e di finirla di fare i “bacchettoni” e di lasciare piuttosto le bacchette ai Direttori d’orchestra che, forse a differenza loro, hanno studiato tanto per poterle usare con maestria!

Mio nonno, che è morto qualche mese fa, e che ha vissuto gli anni della Seconda Guerra Mondiale, mi ha sempre raccontato di quando in quel periodo si sentivano rombare nei cieli i Caccia militari e quando nelle case la sera bisognava spegnere ogni lumicino ed ogni candela (all’epoca non era diffusa ancora la luce elettrica) per non essere rintracciabili nell’unico modo in cui a quei tempi si poteva essere rintracciabili (le luci in casa appunto), mi ha raccontato della Repubblica Rossa, mi ha raccontato dei suoi lavori gravosi e pesanti, del suo grave infortunio avvenuto mentre lavorava, ma non mi ha mai, e dico mai, detto, in tutti gli anni che ho avuto la gioia di averlo accanto, che noi giovani non valiamo nulla, che i giovani non sanno fare niente o che gli uomini di un tempo erano migliori di quelli di oggi! Anzi! Anzi! Spesso mi diceva invece che una volta purtroppo c’era poca istruzione e poca conoscenza e che spesso molta gente rimaneva ignorante, e lo diceva quasi con il rammarico di non aver vissuto allora come si vive oggi!

Devo attribuire dunque a questa ignoranza le parole che escono dalla bocca di certi individui oggi!? L’ignoranza può giustificarli!?
Purtroppo oggi è facile banalizzare dando adito ai soliti luoghi comuni che pochi “sempliciotti” continuano a ripetere come una litania monotona, perché si preferisce ormai semplificare tutto, “annacquare” tutto, appiattire tutto! Se la società di oggi è ormai “liquida”, come viene definita dai più grandi sociologi e scienziati mondiali, è soprattutto anche a causa di questi comportamenti! Al giorno d’oggi non ci sono più punti di riferimento perché si preferisce non farli esistere, non si può dire più che “il bianco è bianco” e che “il nero è nero”, non si può dire più che “2 più 2 fa 4”, perché secondo alcuni 2 più 2 potrebbe fare 3 e secondo altri potrebbe fare 5 e quindi bisogna difendere chi crede che 2 più 2 faccia 3 e chi crede che 2 più 2 faccia 5!
Ecco, io credo che sia proprio questo modo di agire che ci sta facendo perdere ogni cognizione delle cose, della realtà e della verità. E vi posso garantire che la gente oggi ha sempre più voglia di certezze e di verità e non di assurdità e banalità.
Attenzione a non denunciare questi atteggiamenti! Attenzione a difenderli e ad assecondare chi ancora continua a pronunciare frasi fatte dando vita al festival della banalità e del populismo! Non è questo il modo giusto di agire, e la gente, piano piano, lo capirà e già lo sta capendo. Bisogna stigmatizzare questi comportamenti!

Perché qualcuno invece non ha il coraggio più di dire che era bello un tempo andare in pensione con 16 anni di contributi e che noi giovani forse arriveremo a percepire la pensione dopo 40 anni di contributi, FORSE!? O perché qualcuno non ammette che era meraviglioso trovare il “posto fisso” grazie ad una “chiamata di qualche amico” o grazie ad una domandina scritta in carta semplice, quando al giorno d’oggi ci sono giovani ancora precari dopo aver vinto tre concorsi in giro per l’Italia!? Qualcuno vuole ricordare quando gli elettricisti e i cantonieri diventarono di colpo infermieri e ferristi da un giorno all’altro!? Era giusto allora!? È giusto oggi!? Hanno sbagliato allora!? Stanno sbagliando oggi!? Preferisco non andare oltre e lasciare a voi le risposte a queste mie domande.

E allora basta! A questa gente dico: basta al “festival dei luoghi comuni”! Ragionate, riflettete, ma soprattutto ascoltate, ascoltate tutti! Ascoltate ed imparate! Non pensate sempre di avere la verità in tasca! Bisogna saper ascoltare ogni campana, come si sol dire, e non attaccare una generazione a prescindere, come se essere giovane fosse una colpa o un crimine. Perché l’arroganza vera sta nell’attaccare una generazione a spada tratta sulla base di opinioni abusate e riabusate che ormai bisogna dire… perché tutti le dicono! Non è arrogante il giovane in quanto giovane, non è arrogante il vecchio in quanto vecchio, è arrogante chi pensa che quello che ha in testa lui sia la verità assoluta e che gli altri non valgano nulla! Pensiamo piuttosto a combattere insieme le giuste battaglie, quelle, per esempio, per ottenere un lavoro stabile e adeguatamente remunerato, o per il diritto ad una pensione sicura e dignitosa dopo tanti anni di lavoro, o per avere una sanità ed una scuola efficienti e solide!
Cerchiamo di aprire la mente e di descrivere le cose per come sono e non per come ognuno di noi, viziato da preconcetti, pensa nella propria testa che siano!

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Author: Ntacalabria Redazione J