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Rotta la sequenza contrattuale cui era legato il CCNI sulla mobilità. Non si deroga alla chiamata diretta.
Tutte le OOSS abbandonano il tavolo della trattativa, poiché l’elenco dei titoli proposti dal Ministro quali criteri di reclutamento si porta su numeri incredibili (50, per scendere massimo fino a 30), la vita di centinaia di migliaia di docenti rimane ancora una volta sospesa in attesa dell’atto unilaterale del MIUR. I Partigiani della Scuola Pubblica sono pronti ad unirsi alle OOSS per tutte le battaglie che sará necessario affrontare per cancellare la pessima riforma della scuola voluta e imposta col ricatto della fiducia mandato ad effetto grazie ad un parlamento eletto con una legge incostituzionale , che tutto avrebbe potuto fare, meno legiferare in maniera tanto invasiva e devastante.
Ad un anno dalla sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale, la legge 107/2015, nota beffardamente come “buona scuola” naufraga rovinosamente sugli scogli della scuola reale italiana.
Nel bilancio delle inefficienze, al primo posto, l’organico: Il legislatore incoerente ed incompetente decide di reclutare indiscriminatamente personale docente con i requisiti atti a soddisfare le necessità delle scuole e quelli della sentenza del novembre 2014 della Corte Europea e gente sprovvista non solo di abilitazione all’insegnamento, ma anche dei necessari titoli di servizio.
E c’è di più: decidendo di reclutare personale senza requisiti e non collocabile, lo stesso legislatore schizofrenico lascia fuori dal piano assunzioni tanto Docenti che avevano titoli e servizio richiesti dalla sentenza della corte europea, tanto i docenti necessari a coprire dei posti che quindi sono rimasti vacanti in attesa del successivo concorso-truffa, contribuendo a rendere il balletto dei supplenti quest’anno più forsennato che mai. Il cambio improvviso e pasticciato delle regole del gioco sconvolge le vite di migliaia di persone: infatti le graduatorie da provinciali improvvisamente diventano nazionali, i Docenti neo-assunti meglio piazzati, grazie ad un algoritmo non trasparente, vengono sbattuti nei posti più disparati, mentre i docenti con meno punteggio prestano servizio vicino casa.
Le scuole, così , nel mese di novembre, si vedono recapitare a sorpresa un nuovo organico : quello di potenziamento, una funzione che non può essere attiva dall’anno scolastico 2015/16, ma dal seguente, eppure questi docenti, le cui discipline non rientrano nei curricoli di alcuni istituti, hanno dovuto sostenere l’anno di prova ciascuno nell’ordine di scuola della propria classe di concorso e nella propria disciplina! Come? Ognun s’ingegni! Questo o pressappoco tale il senso delle note del Ministero, a fronte dei numerosi gap della legge. Ricordiamo che ai dirigenti è stato chiesto di redigere il proprio atto d’indirizzo all’inizio dell’anno e poi di scegliere l’ordine degli ambiti di potenziamento, peccato che poi alle scuole siano pervenuti docenti di tutt’altre discipline rispetto a quelle richieste.
Ma le disgrazie non hanno riguardato solo il personale docente e i dirigenti che si sono dovuti accollare l’onere della responsabilità di risultato in un marasma simile, anche gravi disfunzioni si sono verificate per la copertura delle assenze del personale ATA : il personale di segreteria, se assente, anche per l’intero anno, non è stato sostituito; mentre i collaboratori sono stati sostituiti solo per assenze superiori ai 7 giorni . Con i tagli all’organico ATA, l’assenza anche di una sola unità ha dato luogo ad una vera e propria emergenza.
Ma anche sul fronte diretto dell’utenza le cose non sono andate meglio: L’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro ha messo in serie difficoltà le scuole e i dirigenti, perché manca tuttora il famoso registro delle imprese che possano garantire questo servizio, senza contare che i fondi stanziati per questo adempimento sono stati per giunta inferiori ai già insufficienti 100 milioni previsti per gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di tutta Italia. Morale della favola: Le famiglie hanno dovuto provvedere a loro spese a mandare i propri figli a lavorare gratis per qualche imprenditore della zona, con cui il Dirigente scolastico è riuscito a stipulare una convenzione (dove sono finite la libertà di scelta educativa della famiglia e la libertà di apprendimento degli alunni?). Dulcis in fundo: il comitato di valutazione dei docenti: boicottato in fase elettiva dal 50% degli istituti, dall’altro 50% viene boicottato al momento dell’assegnazione del bonus, disposto sulla scorta di tre ambiti generici di eccellenza (per così dire) previsti dalla legge 107. Un comitato di tre docenti, il dirigente, un membro esterno uno/due genitori e, negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, un alunno hanno quest’anno elaborato in via sperimentale dei criteri difformi in tutti gli istituti, in base ai quali i dirigenti assegneranno una mancetta di pochi spiccioli ai pochi docenti che avranno dimostrato di essersela meritata. Giova sapere che i criteri sono stati elaborati a maggio, senza che i docenti potessero quindi decidere se conformarvisi o meno, in molti casi strutturati sulle prestazioni di docenti prescelti dallo stesso Dirigente e imbeccati ad un comitato di incompetenti e di succubi. Per inciso: la mancetta, al netto delle imposte, per ciascun istituto si aggira complessivamente sugli 8000 euro: i dirigenti decideranno quanto assegnare e a chi, ma non pubblicheranno che i nomi dei destinatari del bonus, senza le cifre, in barba alle più elementari norme sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione. Questi non sono tutti gli scempi della legge 107, ma solo alcuni di quelli i cui effetti abbiamo giá sperimentato quest’anno. Ancora manca la chiamata diretta, lo school bonus e tanto altro: ne vedremo delle belle, vista l’insipienza e l’arroganza di questo decisore politico, che dopo 8 mesi di trattative, dopo importanti appuntamenti elettorali persi, si permette ancora di ignorare il confronto con i Sindacati.
I docenti Partigiani della Scuola Pubblica chiedono la cancellazione della legge 107 e la sua sostituzione con la Legge di Iniziativa Popolare condivisa da tutti i soggetti coinvolti, presentata per ben due volte in Parlamento senza essere stata presa in considerazione. Questa è l’unica via per preservare il buon andamento, la trasparenza, l’efficienza e l’efficacia del servizio essenziale della pubblica Istruzione, distrutto da una legge-truffa incostituzionale e non condivisa da nessuno.
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