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Il maltempo di questi giorni fa emergere in tutta la sua problematicità la fragilità del territorio calabrese. Ma se la natura fa la sua parte, le azioni dell’uomo non sono da meno.
È fatto noto che siano gli interventi di cementificazione o di edificazione fuori norma a peggiorare le condizioni di intere aree morfologicamente delicate.
I media ci trasmettono immagini di una regione piegata dalle avverse condizioni meteorologiche e questo ci invita alla riflessione sulla necessità di avere un’applicazione certa delle normative urbanistiche a tutti i livelli di governo. La Regione in questo deve attivare un dialogo serrato con le amministrazioni locali per garantire il controllo e il rispetto delle normative vigenti emanate a livello nazionale in tema di pianificazione. Occorre farsi promotori di una campagna di informazione che sensibilizzi sulla necessità di impedire le deroghe ai piani strutturali, i superamenti delle prescrizioni a valle e a monte degli abitati e delle vie di comunicazione.
Senza contare che interventi continui di riparazione dei danni non sanano il problema e oltretutto comportano un dispendio economico maggiore che costruire una volta sola secondo le regole.
Un’attenzione alle trasformazioni territoriali quale obiettivo principale di una governance che ha cura e rispetto degli abitanti. La nostra regione non può più attendere un’opera di risanamento idrogeologico, che però, deve maturare da una pianificazione consapevole che evidenzi con chiarezza dove è necessario intervenire per prevenire il rischio, quale migliore risposta agli eventi climatici eccezionali e per la sicurezza dei territorio. Interventi che per essere risolti implicano la necessità di fare rete tra gli enti preposti, in modo tale da mappare le situazioni di pericolo, regolare in modo organico i settori della difesa del suolo, all’interno di un sistema organico per la tutela dei cittadini e dell’ambiente.
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